sabato 9 maggio 2009

senza assistenza

Sulla tratta ferroviaria "forli - Milano" intorno alle 5 di oggi pomeriggio, sollecitata dal libro che stavo per finire, pensavo quanto segue:

Se aveste la possibilità di rivivere uno, solo un momento della vostra vita, quale scegliereste?

C'ho pensato a lungo e quasi tutti i momenti selezionati avevano a che fare in qualche modo con uomini piu o meno noti, insomma le solite scene da romanzetti rosa, che preferisco risparmiarvi.

Mi sono sforzata un pochino di più, lasciando il pensiero piu libero, ed un ricordo nitido con odori compresi, si è materializzato.

Avevo circa 13 anni,un body azzurro e bianco, muscoli allennati, odore di polvere di magnesia nelle narici e un pesiero solo:
fare il flick - flack senza assistenza

L'assistenza era per noi "ginnaste" come l'aspirina nel secondo cassetto del comodino per un ipocondriaco, tranquillizzava.

Nel concreto, l'assistenza era la mano dell'istruttore, sotto la schiena, nel momento in cui ci si buttava indietro per toccare terra dopo un breve volo di qualche frazione di secondo.

Ecco, prima di partire per la ricorsa, si gridava "professoreeee mi raccomando, con l'assistenza..."
E lui, rassegnato, faceva si con la testa pensando ad altro, ma quel cenno bastava per farti passare la paura.

Se cadevi male potevi morire.

Questo ci dicevamo, tra di noi, perchè, se andava male il salto, le cose che potevano succedere erano (in ordine crescente di importanza):

1) slogarti i polsi
2) romperti un braccio o tutte e due
3) uno strappo muscolare alla schiena
4) sbattere la testa e perdere la memoria (potrebbe tornare utile oggi...)
5) sbattere la testa e morire

Ancora oggi il mio coraggio è commisurato alla presenza, tra le alternative che compongono il puzzle dele possibilità negative, della possibilità di morire, ad es. devo fare un seminario? Devo parlare in pubblico? Ecco, la domanda è... Se va male che può succedere? se la morte non compare tra le alternative, allora la cosa si puo fare, anche senza assistenza.

Per tornare al ricordo.

L'assistenza era il nostro lexodan, il nostro tavor.

Ma un giorno il prof. ci giocò uno scherzo, ci fece il solito rassegnato cenno col capo, ma non mantenne la silenziosa promessa.

Non mise la mano e solo dopo ci disse che avevamo fatto il filck senza assistenza.

Quel momento segnò il prima e il dopo.

Da quel momento facemmo a meno dell'assistenza, sfidando la morte, noi la pensavamo cosi, e ci sentimmo delle soldatasse tornate vive dalla guerra.

Niente ci avrebbe piu spaventato.
Riempemmo tutti i pali e i muri che ci capitarono a tiro con queste parole:

"oggi 24 ottobre 1990 x, y, z, w, q, hanno fatto il flic senza assistenza"

Niente come quel momento mi ha fatto sentire parte della storia, ovviamente una storia che possiamo capire solo noi ex ginnaste fallite.

Mi piacerebbe sapere il vostro momento che varrebbe la pena rivivere

Per chi vuole sapere cos'è il flick
http://www.youtube.com/watch?v=5maLstxQtIg