mercoledì 11 gennaio 2012

Volo basso - commenti

Prendo spunto dal post del nostro direttore per discutere sul fenomeno "volo o non volo".

Aprirei la riflessione con una frase a me tanto cara "vola solo chi osa farlo" e Volo ha osato essere Fabio Volo, scommetendo sulla sua innata capacità di piacere, soprattutto alle donne.

A me fabio Volo piace, ma quando dico mi piace, non mi riferisco al "professionista", cioè non intendo lo scrittore, l'attore, il dj,intendo la persona, mi piacerebbe la sua compagnia in una forma qualunque, amico per mangiare la pizza o andare al cinema, amante per una sera, amante per più sere, cugino di terzo grado, cognato...

Ho anche letto i sui libri, ma perchè?
Si leggono come si mangia una kinder brioche a 12 anni, come si fuma la sigaretta dopo pranzo, senza impegno, quasi per caso, senza accorgertene.

Si fanno leggere perchè sono furbini, agli uomini tirano fuori il lato figo, di quando... " potevo scopare come un riccio... ah se non mi fossi sposato!!", alle donne invece il lato romantico/croce rossino... "con me ti saresti innamorato sicuramente, avrei saputo prenderti...".

Insomma il meccanismo è semplice e cascarci anche.

Sono molto d'accordo, però, nel non considerare cultura il mezzo ma il contenuto, non è cultura il libro, ma è cultura cosa ci sta dentro, come non è cultura il semplice fatto di andare al cinema ( a maggior ragione se poi vado a vedere il film di fabio volo) o di andare al teatro (se poi mi sollazzo guardando Brignano).

Leggere è spesso un passatempo come ce ne sono tanti ed equiparare la semplice azione ad un'azione culturale è ridicolo, come invece spesso accade.

Bisogna comunque non cadere nella tentazione di giudicare male chi:
ha in mano un libro di Fabio Volo, dichiara di guardare uomini e donne e la sera si addormenta davanti a master chef. Soprattutto se la stessa persona, il giorno prima, ha finito, piangendo, Anna Karenina, nel pomeriggio ha guardato "Blade Ranner" e la sera si è fatta cullare da "correva l'anno....1938".

Io sarei felice di dividere il mio tempo con qualcuno che abbia sul comodino Fabio Volo (in edizione conomica) insieme a Pavese, Calvino, Tolstoi, Baricco, Neruda, Vanity fair e Topolino e che, mentre guarda un posto al sole, beve nero d'avola aspettando Ballarò, sfogliando, di tanto in tanto un libro di fotografie di Man Ray.

Dimenticavo... Se questa persona ama con la stessa intensità Ivano Fossati e Raffaella Carrà, allora è l'uomo della mia vita, o più probabilmente il mio miglior amico gay.

Evviva la schizofrenia!