lunedì 25 febbraio 2008

Ho sbagliato

Allora, non capisco perchè in fondo a questo riquadro (quello che ho davanti io, non quello che state vedendo voi, nel Backoffice, per capirci) c'è scritto

Scorciatoie: premere Ctrl con: B = Grassetto, I = Corsivo, P = Pubblica, S = Salva, D = Bozza di più

Insomma ecco, ho sbgliato, ho schiacciato P e mi ha pubblicato "senza fine", che a dire il vero, vista cosi, non è poi male.
Infatti sono entrta di nuovo per modificare, ma adesso ci ho ripensato e lascio quel post cosi, nella sua assolutezza e solitudine verbale.

Andiamo a noi e a quello che volevo scrivere prima di scoprire "le scorciatoie" del sistema.

Insomma....
Ecco, è che, già da qualche mattina, mi si è insediato abusivamente nella coccia un pensiero che, come le colate di cemento sulle rovine agrigentine, sta gia facendo i suoi danni:
SONO STUFA.
Parlo sopratutto del lavoro.
Allora, c'è da dire che ormai a domanda
"ma cosa fai a milano?"
rispondo cosi "ma..Mi occupo di Nonprofit, no...Mi piace molto era quello che volevo fare, si in effetti lo stipendio non è il massimo, ma faccio quello per cui ho studiato...ecc....." E via andare in una serie di esercizi di neutralizzazione del conflitto, a me tanto cari.

Di solito la contropoarte abbassa a intervalli regolari la testa confusa dalla vicinanza delle parole "non profit - stipendio - studiare..."
E vorrebbe ribattare "Ma scusa se è non profit ti pagano? E perchè? ma non ho capito ste cose si studiano? ma dove? io non ho mai sentito, e poi che c...o di maglione ti metti per lavorare, è orrendo"
Ma invece si limita a sibilare "be...bello...interessante"

Insomma, non profit o non nonprofit, alla fine sto davanti a un PC per 9 ore di seguito, con importanti e impegnative ripercussioni sul mio umore e sull'esecuzione dei miei hobby.
Mi sento davvero come un criceto nella sua gabietta, che manca al criceto?
Ha l'acqua , ha i semi di girasole e sopratutto ha la sua ruota per ingannare il tempo e credersi libero.
Ma sarà davvero felice il cricetino con le gunacie stragonfie di cibo (la prima volta che ho visto questa scena, ho chiamato il veterinario, io pensavo avessi preso un criceto con dei disturbi alimentari...)che mi guarda dalle fessurine della sua gabietta?

Voglio un lavoro all'aperto o per lo meno, con tanti momenti che presuppongono spostamenti e poi soprattutto voglio lavorare di meno, ma non posso dimezzare il mio stipendio...

Di seguito un breve (spero) elenco dei mestieri che giornalmente mi immagino di fare:


Vulcanologa (nelle isole eolie)
Fisioterapista/massagiatrice/estetista (si puo lavoare nei centri turististici e guadagni un sacco, anche in nero)
Critica del gambero rosso o simili (questo, se avessi scelto un criterio di preferenza, anziche quello dello "scrivere a caso" sarebbe in alto alla classifica, al primissimo posto - sono ovvi i pregi...Mi sono oscuri i difetti)
Veterinaria per gatti, pesci rossi, galline e pecorelle (gli altri animali non li conosco e non mi fido tanto dei cani, ma non credo che questo mestiere preveda una specializzazione cosi specializzata)
Editor
Editing
Bidella
(con stufetta)
Portiera(con casa di propietà nel palazzo di super ricchi)
Professoressa di educazione tecnica scuola media (che tanto non se la caca nessuno)
Somelier
Erborista

medico di famiglia (la mia non c'è mai, è sempre in vacanza, ma c'è sempre il sostituto, ecco, non vorrei fare il sostituto del medico di famiglia)
Tennista
Viloncellista o arpista (solista, cosi giro per concerti in tutto il mondo)
Ballerina di teatro
astrologa (per un grande giornale femminile, con possibilità di criticare l'atrologia spicciola del giornale stesso e invitando tutti i miei colleghi giornalisti ai seminari costosissimi che invece organizzerei in agriturismi super naturali)

Bene adesso è arrivato il ragazzo del bar, mangio.

Ecco, forse anche il ragazzo del bar non sarebbe male, alla fine sta semrpe in giro...

Che mi consigliate????

Senza fine

Sospendiamo a tempo indeterminato la fiction sulla strada

martedì 19 febbraio 2008

Sulla strada (2)

Una brusca frenata lo fece soprassalire...
Si svegliò di colpo accorgendosi di essere arrivato al capo linea.
Ancora assonnato, raccolse le cose dal sedile, le infilo nello zaino precipitandosi giu dalla corriera.
Il suo occhio, ancora disturbato dalla troppa e insolita luce, trovò riparo all’ombra dell’insegna, "Bar Piazza milano" e le sue gambe seguirono l'invito.
Bevve un caffè tra i piccioni che, come le disgrazie, che non arrivano mai da sole, si avventarono in quantità ai piedi del bancone per ammazzare le briciole dei cornetti appena trangugiati dagli astanti.
Bevve velocemente il caffè per rigettarsi dentro quella luce fredda( quasi nascesse da un neon gigante) per imboccare la strada che l'avrebbe portato da lei.
Si ricordava benissimo la via e il numero civico, ma non ricordava affatto quale numero di tram/autobus le avesse fatto prenedere di corsa lei l'ultima volta..
L’unica cosa da fare era lasciarsi sprofondare su un sedile qualsiasi di un auto pubblica qualsiasi delegando a un tassista qualsiasi quella grossa responsabilità
“C.so S. Gottardo, 48”.
38…SENZA NUMERO…42…SENZA NUMERO….48.
Il taxi fermò la sua corsa mentre una mano col palmo rivolto verso Dio, si infilava sotto al naso di Andrea per riscuotere quanto scritto in rosso sul proprio display (truccato).
“Fanno 8 euro e 50, più la chiamata , arriviamo a 10 euro e 50”.
Pagò e si buttò in strada.
Lei era li, all’edicola con le mani in aria a parlare chissà di cosa.
Sembrava volesse spuntare un prezzo migliore, magari sull’abbonamento del tram o su qualcosa di simile.
Aveva un’aria sveglia nonostante l’orario.
Rideva.
Portava una gonna lunga fin sotto le ginocchia, di velluto, color mogano, un capotto dal colore simile alla gonna, guanti e cappellino di lana nera e bianca, stivali di pelle marrone, molto molto usati.
E aveva indosso come sempre quell’aria triste pronta a evaporare in un sorriso inaspettato, spontaneo, che sembrava nascosto dietro un angolo del suo viso.
E accadde, sorrise, illuminandosi.
Ma non a lui….

mercoledì 6 febbraio 2008

Sulla strada (1)

Respirava lentamente, come fosse un esercizio da fare con scrupolosa attenzione.
La pioggia sbatteva molesta sul vetro del finestrino, mentre il suo petto si riempiva d’aria fino a scoppiare per poi ritornare sgombro.
Doveva farlo 10 volte, come prescritto sulla rivista che si ritrova tra le mani, dimenticata chissà da quale donna distratta o annoiata.
“Respirate profondamente con il diaframma, spingendo l’aria fin dentro lo stomaco, trattenete 3 secondi e poi lentamente espirate facendo attenzione a far uscire l’aria dal naso con naturale pressione….”
10.
Adesso doveva sentirsi più rilassato, o meglio, doveva aver scacciato fuori l’ansia insieme al puntino rosso dentro il suo diaframma, che però erroneamente aveva collocato all’interno dell’intestino.
Intanto la distanza si accorciava tra il presente e quel futuro prossimo, sempre più prossimo, sempre meno sospeso.
La pioggia continuava aggressiva a infrangersi sulla sua paura.
Non sapeva esattamente cosa le avrebbe detto, non sapeva esattamente dove glielo avrebbe detto, ne tanto meno se glielo avrebbe detto……continua

Macia 4