lunedì 29 gennaio 2007

BUSCANDO CASA

Già da qualche tempo io e il mio frequentante ci divertiamo a polverizzare le sicurezze degli agenti tecnocasa.
Siamo diventati dei sapienti osservatori e riusciamo a individuare al volo un bravo tecnouomo da un povero dilettante.
Il primo ti accoglie all’apparenza con garbo e raffinatezza, ti stringe con virilità la mano assecondando la regola numero uno del manuale del perfetto tecnouomo* mentre gli effluvi del suo macico dopobarba lavorano per lui (regola numero due)* .
Dopo averti diligentemente stordito i sensi, adesso prova a lavorare sul crollo della tua identità di poveraccio, o comunque tende a sballottolartela un po’.
Infatti, come da regola n° tre*, continua a darti del lei anche se gli hai gia dato una pacca sulle spalle ricordandogli che giocavate insieme a calcio e che sua mamma è cugina di secondo grado dell’amante di tuo padre ecc… Lui non può scendere al “tu” perchè ti farebbe sentire un vero poveraccio, uno che non c’ha neanche i soldi pe “chiagnere”, al contrario ti deve far sentire uno/a che c’ha proprio bisogno di investire i soldi che non c ha, uno che conta, uno che con i suoi futuri 35 metri quadri potrà crearsi una famiglia, un nido d’amore e di successi.
Lui, il tecnouomo di esperienza, è a suo agio con quella cravatta che altro non è che il prolungamento della sua lunga lingua.
Quella cravatta dal grosso nodo che si dondola appena fin sopra l’ombelico, portata con così tanta disinvoltura, è il simbolo del proprio status acquisito, si, è l’inconfondibile caratteristica del tecnouomo eperto, che si differenzia dal principiante, il quale, invece, lotta ogni giorno con quella sensazione di strangolamento, unita allo stordimento fisico dell’autoinalazione del proprio lacrimogeno da toiletta (il dopobarba di cui sopra).
Dopo essere usciti dal loculo per topi moribondi, ti scambi uno sguardo di intesa con il tuo futuro coinquilino e con voce informale chiedi “Bene e da quanto parte l’offerta?”……
E questo è in assoluto il momento più esilarante della commedia, lui prima di risponderti accarezza il nodo della sua grossa cravatta a lungo per creare il giusto attimo di suspance e poi con fare da cabarettista consumato ti fa “Signori è un vero affare, compreso i letti a castello, il posto bicicletta e questa bella veduta, solo 350 mila” .
Tu ti guardi intorno, anzi…..Prima ridi di gusto, poi ti guardi intorno…. Ti aspetti qualcuno che sbuchi dal nulla con, tra le mani, un cartello giallo con una scritta rossa che recita: “Sei su scherzi a parte” e poi giu tutti a ridere e ad abbracciarsi, soddisfatti per la riuscita dello scherzo.
Poi però rifletti che non sei famoso e che al massimo poi stare su candid camera e che in verità non è proprio questo gran bello scherzo….. far finta che il loculo costi 5,500 mila euro al metro quadro…..Scusa ma chi ci crederebbe? Ragazzi, cambiate autori…..
E no, miei cari, a quel dannato punto capisci che è la decima regola del buon tecnouomo ad essere protagonista della scena:
Devi assolutamente comunicare il prezzo di vendita come se fosse sempre e comunque l’ affare della sua vita e se tu fossi al suo posto l’affare anche della tua vita, non ridere mai e poi mai dopo aver comunicato il prezzo, mai, anche se questo potrebbe far molto ridere e non permettere che il cliente possa concentrarsi in operazioni algebriche, come ad esempio le divisioni: non deve mai arrivare a capire quanto costa ala metro quadro la truffa che gli hai legalmente proposto, per far questo se non dovesse bastare la dose di dopobarba giornaliera, consigliamo vivamente di spruzzarlo direttamente sugli occhi del cliente fingendo che vi sia scappato di mano.
E qualche minuto prima che questo accade vi conviene scappare via velocemente, può nuocere gravemente alla salute.


Note a piè di pagina (gli asterischi che avete visto in giro si riferiscono a questa lista)
Regola n°1: La stretta deve essere energica ma non violenta, ti deve rappresentare, devi far vedere che hai la situazione in pugno, che sei affidabile e sicuro di te e di quello che vendi
Regola n°2: fai in modo che gli effetti del dopobarba si facciano sentire almeno cinque minuti prima di entrare nell’appartamento, stordiscili il tempo necessario per non avere un ricordo nitido delle tubature in bella vista o di quei 4 metri quadri con altrattanti letti a castello che gli venderai come “comoda e spaziosa zona notturna”.
Regola n°3: NON DEVE MAI ACCADERE che ti rivolgi al tuo interlocutore dandogli del tu, il tuo cliente deve avere l’impressione di essere un pezzo da novanta, uno che nella vita ha successo e che se non ce l’ha al momento, sicuramente ce l’avrà fra qualche anno. Lui è meglio di te, lui si merita l’appartamento e avrà il denaro per comprarlo, tu sei solo il suo umile servitore. Se è mionirenne chiamarlo “signorino”.

lunedì 22 gennaio 2007

TOLLERANZA ZERO

Ragazzi miei, oggi non sopporto proprio niente e nessuno,forse non proprio niente e nessuno, ma sicuramente molte cose, con vari gradi di sopportabilità.
Non sopporto in assoluto:
La voce di chi sciorina il suo tedesco superfluente al telefono come se fosse pioggia d’aprile e che a fine telefonata ti dice pure “eh si…Però…l’ho un po’ perso sai…. una lingua quando non la pratichi…”

La faccia di chi si sforza di sorridere a tutti e a tutto o che magari ride anche di gusto a una tua battuta, e poi ti chiede ” Ma che hai detto? Non ho sentito…”.

L’espressione di chi ti guarda dall’alto in basso soffermandosi qua e là sui tuoi punti critici e che poi, quando incrocia il tuo sguardo, ti chiede velocemente, abbassando il suo: “ma sono nuovi questi pantaloni?...” quando invece gli è mancato il coraggio di chiederti “Ma sei ingrassata di 1 kilo o di uno e mezzo, perché con questi pantaloni larghi, non si capisce granchè”

Le parole:

1)Fantastico a seguire di un semplice “Ci vediamo il 24 febbraio?” invece che d’accordo.

2)Feedback al posto di risposta.

3)By definition al posto di "da paura" per di più se si parla di taralli, in un accento che sa di mare e orecchiette, a titolo di esempio:
A: “Ieri ho portato dei taralli al finocchietto….”
B: “Eh si….sono buoni by definition
PS: Il tutto va letto stringendo bene bene le vocali, soprattutto le “o” e moderatamente le “e”.

Adesso devo lavorare, ma ce ne sono tante altre di cose, frasi, facce e voci che non sopporto, ve ne darò testimonianza nei giorni a venire.
Mi trovate intollerante By definition?

Baci da Macia

martedì 16 gennaio 2007

Forte Forte

Allora, ma lo vogliamo salutare o no il nostro benemerito editore?
Senza di lui nessuno di noi avrebbe la possibilità di diffondere pubblicamente le cazzate che ci passano giornalmente per la testa (parlo soprattutto per me….) o perlomeno di farlo in modo cosi sistematico e ordinato.
Senza di lui non avremmo avuto la possibilità di citare, con attento stupore degli eventuali commensali o anche semplici uditori occasionali “camminare da soli non è cosa da tutti” o ancora meglio stupire le platee con un “Termini, si…a proposito di Termini: obliterasti cuore e biglietto”.
Caro Londi, a te che adesso stai a due passi dalle tre famose mense e ti ciucci l’aria climatizzata dei posti pubblici, non uno sputo sul viso ma un abbraccio forte forte.
Ci manchi.
Torna prima che puoi.

Sottoscrizione obbligatoria

sabato 6 gennaio 2007

Grazie

L’ennesima valigia sul letto pronta per essere imbavagliata e trasportata in un “non luogo” da cui parte già da qualche anno la mia vita.
Un po di nostalgia annunciata si fa strada lungo il mio sterno.
Il sapore delle mie spezie e dei miei spazi, della mia vita, quella vera, lontana da qua, se la combatte con la sensazione calda e dopante della conoscenza, di un passato immobile pronto a sfidare in qualsiasi istante un presente meno accogliente.
Le mie mani cercano pezzi di questo passato che possano restituire un po’ di calore a quel pesente che fra meno di 24 ore prenderà a calci questa rassicurante noia paesana.
Essere se stessi senza una rete parentale che possa attudire le tue cadute non è cosa da tutti.
Essere non figlia, non sorella, non mamma (a trent’anni, ce lo si chiede) essere solo se stessi, non è facile.
Giovanna mi ha appena mentito al telefono dicendomi che passerà a salutarmi,so che non lo farà, non per cattiveria, ma solo per una sua totale incapacità a calcolare in sessantesimi lo scorrere delle ore (in realtà, non è l’unica qui)
L’altra amica quella bionda, doveva venire ieri sera a stringermi prima dell’estate, ma un progetto matrimoniale messo in piedi in fretta e furia l’ha bloccata con colui che ha scelto promesso padre della sua prole (chissà se riuscirà a convincerlo, povero Guido, credo davvero che non hai scampo…)
Monica, ieri, confusa dall’alcol a buon prezzo, mi ha salutato dimostrando il suo dispiacere senza esitazioni, ma so che la rivedrò presto.
Dedico a voi questo post, a voi che avete scelto di respirare questo vento di levante, di invecchiare con la salsedine agli angoli della bocca.
Siete la mia funiva con il passato.
A voi che conservate le mie radici in un barattolo di vetro, così che possa sempre vederle da vicino per non perderle di vista mai, Grazie.