martedì 8 dicembre 2009

Aria di Natale

Milano in luce, in festa.
Sembra che ai Milenesi piaccia il natale.
Montenapoleone e via della Spiga, in questi giorni, sono come delle vecchie signore ingioiellate e truccate con costosi prodotti antiage.
Puoi vederci, verso sera, donne, ben coperte, che passeggiano sognando di possedere quei sandali manolo blahnik e sorridono maliziose ai mariti i quali sognano, invece, di possedere la nuda propietà di quelle donne che i manolo blanhnik ce li hanno già, sfoggiandoli su gambe pronte ad evitare le trappole del pavet.

E facciamo finta che ci vada bene cosi.
Perchè alla fine ci va bene cosi.

Nella vetrina di Dolce e Gabbana,la nuova collezione rosso fuoco si contende lo spazio con una sfilata di dolci siciliani di tutto rispetto: cassata, paste di mandorla, frutta martorana... da far venire l'acquolina;
mi sarebbe piaciuto parecchio entrarae dentro e chiedere senza indugio:

"mi scusi quant'è al chilo la cassata? Me ne farebbe una da mezzo chilo? Ma quella stoffa rossa accanto è la vostra carta per le confenzioni? Bella, me ne incarti una con quella di raso e un'altra da un chilo, con quella dorata, complimenti per la pasticceria!!! Originalissima".

E comunque non capisco perchè il Natale non mi fa piu quasi nessuno effetto, spero sempre in quel "quasi" sperando che prenda il sopravvento.

Buon quasi Natale a tutti

mercoledì 21 ottobre 2009

win for life

Allora... Sto rivedendo l'indice che avevo fatto qualche tempo fa.

Inizio dicendovi che ho scoperto una cosa sensazionale: Sandro Veronesi ha rubato "caos Calmo" ad Amos OZ che ha scritto prima di lui "conoscere una donna" che è quasi spiaccicato a Caos Calmo, provare per credere, anzi se li leggete tutte e due per darmi torto o ragione, ve ne sarei grata (ma io a chi parlo? Perchè questo sito è davvero moribondo, non si capisce più se c è qualcuno che legge o no, a parte il mio Zec, ovviamente).

Ho visto il film di Tarantino e mi piaciuto tantissimo, ma proprio tanto, come non mi piaceva da tanto un film.

Ho visto Baaria e non mi è piaciuto quasi pe 'gnente

Quando avevo scritto l'indice era perchè volevo scrivervi di una discussione che ho avuto con il mio collega Bastiano (contrario), il quale, qualunque, ma proprio qualunque cosa io dica, lui dice che non è vero e che è vera un'altra cosa.

Insomma si parlava di winforlife e la discussione è andata sul che cosa si poteva fare con quei soldini e io dissi " se vinco 4 mila euro al mese non ci vengo piu a lavorare qui". Questa frase ha suscitato il putiferio:

"ma come??? Non lavoreresti più? e che faresti tutto il giorno? ma no, non è giusto non lavorare, ecc..."

E io ho dato fuori di matto.

Ho fatto la stessa domanda a tutti i miei amici del sud e tutti hanno risposto come me, questi terroni del nord, invece si fanno il problema del "lavoro" in se, come valore. Non che questo non sia una cosa giusta, ma il valore del lavoro non deve essere dato dal lavoro stesso, è il tipo di lavoro che fai e la soddisfazione che ti reca che fa del tuo lavoro un lavoro di valore o no.

Ebbi già modo di chiarire le differenze tra concezione della vita da sud a nord, e vi inviterei a dragli una lettura, i classici vanno riletti sempre, insegnano sempre qualcosa di nuovo

lunedì 12 ottobre 2009

indice

Allora, da molto tempo non scrivo, percui le cose che oggi vorrei scrivere sono tante, perchè in questo mese mi si sono accavallati vari argomenti che vorrei sviscerare insieme a voi.

1) analogie tra "conoscere una donna" di Amos Oz e "Caos Calmo" di Veronesi

2) volontariato e corsi di formazione per...

3) Le verità della politica

4) il ruolo di Floris durante la sua trasmissione

5) win for life

Presto vi fornirò delle dettagliate visioni personali su ogni singolo punto, nel frattempo se volete darmi qualche spunto...

venerdì 28 agosto 2009

Post holiday

Appunto i miei pensieri solitari in questo, sempre più silenzioso, spazio virtuale.
Ma se un giorno sparisce il sito, rimane qualcosa da qualche parte??Abbiamo un becap?
Mi dispiacerebbe perdere le mie riflessioni, succede così di rado che io riesca a riflettere su qualcosa che è meglio tenerne traccia quando accade.
Niente, volevo solo salutarvi...(??)
Passate delle fantastiche vacanze??
Sole, mare, mojito, sorrisi posticci?
Io ho capito che non ho più l'età.
Nel mio paesotto d'origine, negli anni, gli orari hanno subito slittamenti senza frenata con il risultato che adesso, per fare due chiacchere con qualcuno che non sia lo sfigato attacato al bancone del bar che con consueta flemma chiede "il solito", deve essere più tardi dell'una di notte.
Poi ci si incontra, si fa finta di essere sveglissimi, si fa a pugni con il sonno e con la voglia di aria condizionata, si parla del più e del meno cercando refrigerio in discorsi poco impegnativi, poco compromettenti, con l'unico scopo di spostare la notte un pò più in là.
Si beve senza accorgersene ogni qual tipo di alcolico diluito in abbondante ghiaccio, si finge interesse ai discorsi altrui, a volte con fare credibile, altre volte con meno convinzione fino a che la persona che hai davanti ti dice: "aòò ma mi stai sentendo?".
In questo caso,tu, colta in fragrante ripeti le ultime parole ascoltate senza però avere idea delle 1500 che le precedevano e scusandoti, in fretta e furia, improvvisi un attaco di incontinenza per sfuggire dalla morsa.
Bo... è andata anche questa volta,tra alti e bassi del mio spirito critico che ormai come un pugile stanco minaccia di gettare la spugna.

A proposito i baristi milanesi hanno pensato bene di sfruttare questo periodo di assenza aumentando i prezzi: un caffè 90 centesimi... Les jeux sont faits...

martedì 21 luglio 2009

STALKING

Certo che questo nostro bel paese è davvero uno strano bel paese.

Ieri sera il mio cervello, nel bel mezzo della sua catarsi televisiva, ha avuto un impulso disubbidiente: ha riflettuto, specificatamente sullo STALKING

Siamo strani noi italiani perchè, nonostante i nostri difetti,divenuti pane quotidiano per i giornali stranieri, nonstante le nostre simpatiche falle di sistema, diventate barzallette da raccontare nelle calde serate estive, nonostante il nostro analfabetismo informatico e lunguistico... noi e il nostro buon governo decidiamo di chiamare una legge importantissima con un nome straniero che neanche il traduttore di google sa tradurre: STALKING

Uno dei buoni principi al quale deve sottostare una legge è l'intelligibilità, cosa può capire la signora cinquantenne di pizzo calabro perseguitata dall'ex marito manovale disoccupato da anni, mangiato dalla possessione, dalla gelosia più bieca?

Come può capire dallo spot televisivo che quella legge dal nome strano è dedicata a lei? Che ha un numero verde da chiamare, un operatore call center svogliato a sua disposizione?

Siamo esterofili ma anche xenofobi, artisti all'avanguardia ma anche conservatori, generosi ma anche oculati.

Avete mai notato guardando le pubblicità che tutte, ma dico tutte, hanno almeno un frase o parola inglese? Che sia il nome del detersivo o del cioccolatino non importa, quel che importa è guardare all'America tendere all'internazionale anche quando l'interlocutore conosce a malapena la sua linga d'origine, anche se la casalinga, quella di Pizzo Calabro, chiederà alla cassiera lo sconto sullo "stalking", scambiandolo per un detersivo per piatti delicato sulle mani

mercoledì 8 luglio 2009

taglia 38

La mia collega è venuta in ufficio con un paio di pantaloncini taglia 38 e, sorprendendosi che non le stavano, mi ha chiesto se li volevo provare io.

Li ho provati ma ero gia certa che non mi sarebbero stati mai.
Una taglia 38 di berska, negozio per adolescenti votate all’anoressia, come può entrare a una donna di 32 anni con il vizio della buona tavola?

Vabbe, infatti non mi stavano, ma la cosa che mi sciocca di piu è che in tempi di saldi si compra tutto, tutto ma proprio tutto, anche ciò che non potrà mai starti bene.

Un’altra cosa strana che noto nelle donne che frequento è la percezione delle proprie misure.

Quasi tutte vantano taglie impossibili.

Io mi reputo minuta, di ossa e di carne, ho un peso normale, e non ho mai avuto oscillazioni di peso evidenti, ma non mi sono mai sognata di mettermi una taglia 38.

Una mia amica piuttosto “torella”, almeno 10 kg in più di me, l’altro giorno in un negozio cercava dei geans taglia 40, ma era evidente che non le sarebbero mai stata.
Io non le ho detto niente, ma ho aspettato che uscisse dal camerino per mostrarle il mio palese disappunto, ma la infigarda non è neanche uscita dal camerino per pormi la classica domanda “come mi stanno?”
L’unica cosa che ho potuto percepire da quel maleodorante spogliatoio, è stato un rumore sordo, reiterato per una decina di volte: erano i suoi saltelli, in un crescendo di nervosismo, per portare i gens un po più su fino alla vita.

Sfiancata dall’esercizio fisico non previsto, è uscita 5 minuti dopo, con i pantaloni in mano e, con il viso sorridente, mi disse: “ Peccato, mi facevano un difetto in basso, vabbe, niente da fare”

Disgraziata…. Ma dillo che non ti entravano!!!!

Questa ansia di apparire più magre, più secche di quello che realmente si è, può essere paragonata all’ansia dell’uomo di avere un ammennicolo più voluminoso del proprio vicino di banco?

Squadretta e bilancia hanno incrementato le nostre psicosi da uomini e donne occidentali.

Tiè… l’antropologa che c è in me ha fatto capolino in zona cesraini.

mercoledì 24 giugno 2009


caro michele,
sta sera mi manchi davvero.
Ma che fai, ci guardi da lassù? ti starai facendo le risate commentando dall'alto della tua posizione le performans di mister silvio B., tu si che ci puoi raccontare cosa è succeso davvero.

Ho sentito il bisogno di scriverti, perchè guardando una foto sul sito che ti hanno dedicato ho pensato che quell'espressione è la stessa di quando dal tram mi bussasti dall'interno per attirare la mia intenzione e farmi ciao con la mano.
Quel giorno stavi veramente bene e mi rallegrai, pensando che forse ce l'avevi definitavamente fatta. Io ero appensa scesa dal tram e dunque realizzai che eravamo sullo stesso tram ma non ci eravamo visti e questo mi era, invece, dispiaciuto.

Stavi andando al teatro, ma non ricordo se me lo dic esti da dietro del vetro o se me lo dicesti dopo su msn, però mi ricordo cosi.
Avevi una felpa con il cappuccio che ti copriva fino a metà fronte e i tuoi begli occhi sorridevano da sotto.

Bleiz mi manchi, ci manchi e manchi soprattuto al mio blog, da quando te ne sei andato nessuno commenta più.

martedì 23 giugno 2009

Colore igniù

Le ciliegie erano ormai appasite nell'ultimo ripiano del frigorifero ma nonostante questo, con decisione, allungò la mano, le liberò dalla loro vaschetta di plastica, le lavò, scartò quelle già ammuffite e si infilò tra le labbra quelle non da buttare.
Erano dolcissime, quasi appassite.
Al dolce preferiva il salato o l'agro, ma le mandò giù lo stesso.
Spesso le capitava di mangiare una cosa non perchè le piaceva davvero, piuttosto per l'effetto che quel determinaato cibo faceva su e dentro di lei.
Così per le ciliegie.
Le cilegie la facevano piombare nelle sue primavere in campagna, quando attaccata all'unico albero che riusciva a dare i frutti provava a prendere quelle più in alto per dimostrare ad amici e parenti che non è vero che non ci si poteva arrivare, bastava volerlo.

Questo ricordo la fece sorridere e pensò che ancora adesso la sua sfida principale era dimostrare che le cose potevano accadere anche se, all'apparenza, si trovano troppo in alto per essere viste.

Dell'ultima ciliegia ne conservò il nocciolo che le piaceva passarsi tra i denti, stringerlo fino a spezzarlo, fermandosi un attimo prima di farlo.

Si chiuse la luce alle spalle insieme alla porta della cucina e passò di là, cercò la sua forma sul divano e come un gatto vi si acciambellò.

L'estate aveva definitivamente spazzato via dai palinsesti televisivi quel briciolo di dignità che a fatica durante l'inverno si riesce a scovare, così passava annoiata e distratta da un canale all'altro, trovando pace, come una farfalla stanca,su quark.

Quark parlva degli ingniù, che seguono l'odore della terrà bagnata per cercare i pascoli nuovi da divorare, mandrie di mille esemplari che vanno verso la stessa direzione, verso la loro missione senza chiedersi perchè e questo gli basta per sentirsi società.

Pensò che il colore dell'igniù era molto simile al colore del vestito che rincorreva da qualche settimana, in attesa del saldo giusto, e pensò anche che per descriverlo alle amiche avrebbe potuto usare l'espressione "colore igniù", ma si rese subito conto che non era poi cosi efficace per dare l'idea di quel meraviglioso involucro di seta dentro il quale voleva presentarsi al matrimonio della sua amica.

Amnche gli amici la facevano riflettere.

Pensò che da qualche tempo non riusciva a ridere con loro come prima, non riusciva a non interromperli mentre parlavano, non riusciva più a divertirsi con loro, ma sapeva anche che era colpa sua.

Si lavò i denti e penso che forse era meglio approfittare dell'insolito vento fresco prendendo confidenza con il letto nell'altra stanza, che più di una volta l'aveva tenuta sveglia con le scuse più varie.

Spense la tv con disgusto, un igniù stava per essere ucciso senza pietà,probabilmente era il più debole della mandria ma non si preoccupò di approfondirne la causa, spense e basta.

mercoledì 17 giugno 2009

I 40 gradi all' ombra minacciano da vicino le notti degli insonni.
Lorenzo dice che c'è un temporale in arrivo, senti l'elettricità, un temporale in arrivo non si puo fermare ma... il mio temporale non arriva mai.
Combatto la mia guerra contro le "bratte".

Al civico 48 gia da qualche giorno colonie di bratte hanno deciso di campeggiare nella mia zona living procurando spasmi incontrallati della zona toracica accompagnati da tachicardia compulsiva della sottoscritta.
La prima volta era una, solitaria, passeggiava per dimenticare, probabilmente.
La seconda volta erano tre, insieme, forse un addio al nubilato.
La terza cinque, forse stavano andando al matrimonio di quella che la sera prima festaggiava il suo addio al nubilato.

Eugenio dice, mentre scirvo,che il principe azzurro lo puoi anche sposare, ha venduto il castello e fa l ingegnere.. (quanto è vero...)

Ecco, sta sera sono fortunata, posso vedere partire i coniugi brattoni in viaggio di nozze, sperando che sia il piu lontano possibile.

Per una come me, naturalmente avvezza all'insonnia, il pensiero di avere bratte in giro che festeggiano ogni tipo di cerimonia circumnavigando il divano di casa, certo non aiuta nell'impresa di prender sonno.

Mi sto preparando psicologicamente ad una nottata dai pensieri compulsivi che hanno come protagonista la fortunata sposina che per l'occasione si lucida le antennine pronta per la sua nuova vita coniugale, gia incinta di tante figli brattini che presto vedranno la luce....

Aiutoooo, è un incubo.

Povera me.

scialla la la sciallalalla un'altra volta un'altra onda,scialla la la sciallalalla quanto resisterai?? (piotta cosi chiosa)


Una buona notte a voi che riuscite a cedere al sonno.

lunedì 8 giugno 2009

E' solo un gioco

Io penso a una cosa.
Se i parlamentari venissero messi al televoto, magari dentro a un reality in cui la fame e la noi la fanno da padroni, forse gli italiani riuscirebbero a votare come presidente del Consiglio un transessuale rom.

Forse avrebbero il coraggio di voltare davvero pagina.
Forse basterebbe dire, in campagnuia elettorale "dai ragazzi, votate, ma ricordatevi che è solo un gioco".
E magari gli italiani confortati dal "è solo un gioco" voterebbero davvero per il più onesto.
Tanto se è solo un gioco che male può fare il più onesto?

Eppure ormai siamo tutti abituati a scegliere, vota e televota, alla fine ci siamo tutti abituati a ragionare per eliminazione, a esercitare il nostro potere pagandolo secondo il tariffario ognuno del proprio operatore telefonico.

In effetti è davvero strano, che, anche solo per gioco, l'Italia sia stata capace di far vincere un transessuale prima e un rom dopo, nei due reality più in voga nel bel paese.
Era un sintomo?
Siamo meno bigotti e pigri di quanto ci crediamo di essere?

Forse basterebbe far pagare il voto anche in cabina elettorale.
Dicono che pagare responsabilizza: pagare 20 centesimi a voto forse aiuterebbe a riflettere meglio prima di crocettare?

Bo, tante tante domande.
Me ne era venuta un'altra ma adesso se ne è andata via

Critichiamo tanto l'america, ma forse è l unica nazione che non si affeziona all'idea più comoda e che sa rischiare il tutto per tutto per dare una speranza concreta ai loro figli.

Ps: mi sento molto cittadina donna moderna indipendente emancipata ma senza rinunciare alla mia rosea femminilità, in questa nuova veste grafica, vero?????

sabato 9 maggio 2009

senza assistenza

Sulla tratta ferroviaria "forli - Milano" intorno alle 5 di oggi pomeriggio, sollecitata dal libro che stavo per finire, pensavo quanto segue:

Se aveste la possibilità di rivivere uno, solo un momento della vostra vita, quale scegliereste?

C'ho pensato a lungo e quasi tutti i momenti selezionati avevano a che fare in qualche modo con uomini piu o meno noti, insomma le solite scene da romanzetti rosa, che preferisco risparmiarvi.

Mi sono sforzata un pochino di più, lasciando il pensiero piu libero, ed un ricordo nitido con odori compresi, si è materializzato.

Avevo circa 13 anni,un body azzurro e bianco, muscoli allennati, odore di polvere di magnesia nelle narici e un pesiero solo:
fare il flick - flack senza assistenza

L'assistenza era per noi "ginnaste" come l'aspirina nel secondo cassetto del comodino per un ipocondriaco, tranquillizzava.

Nel concreto, l'assistenza era la mano dell'istruttore, sotto la schiena, nel momento in cui ci si buttava indietro per toccare terra dopo un breve volo di qualche frazione di secondo.

Ecco, prima di partire per la ricorsa, si gridava "professoreeee mi raccomando, con l'assistenza..."
E lui, rassegnato, faceva si con la testa pensando ad altro, ma quel cenno bastava per farti passare la paura.

Se cadevi male potevi morire.

Questo ci dicevamo, tra di noi, perchè, se andava male il salto, le cose che potevano succedere erano (in ordine crescente di importanza):

1) slogarti i polsi
2) romperti un braccio o tutte e due
3) uno strappo muscolare alla schiena
4) sbattere la testa e perdere la memoria (potrebbe tornare utile oggi...)
5) sbattere la testa e morire

Ancora oggi il mio coraggio è commisurato alla presenza, tra le alternative che compongono il puzzle dele possibilità negative, della possibilità di morire, ad es. devo fare un seminario? Devo parlare in pubblico? Ecco, la domanda è... Se va male che può succedere? se la morte non compare tra le alternative, allora la cosa si puo fare, anche senza assistenza.

Per tornare al ricordo.

L'assistenza era il nostro lexodan, il nostro tavor.

Ma un giorno il prof. ci giocò uno scherzo, ci fece il solito rassegnato cenno col capo, ma non mantenne la silenziosa promessa.

Non mise la mano e solo dopo ci disse che avevamo fatto il filck senza assistenza.

Quel momento segnò il prima e il dopo.

Da quel momento facemmo a meno dell'assistenza, sfidando la morte, noi la pensavamo cosi, e ci sentimmo delle soldatasse tornate vive dalla guerra.

Niente ci avrebbe piu spaventato.
Riempemmo tutti i pali e i muri che ci capitarono a tiro con queste parole:

"oggi 24 ottobre 1990 x, y, z, w, q, hanno fatto il flic senza assistenza"

Niente come quel momento mi ha fatto sentire parte della storia, ovviamente una storia che possiamo capire solo noi ex ginnaste fallite.

Mi piacerebbe sapere il vostro momento che varrebbe la pena rivivere

Per chi vuole sapere cos'è il flick
http://www.youtube.com/watch?v=5maLstxQtIg

giovedì 23 aprile 2009

AAA CERCASI VETRINETTA

Ieri sono stata al salone del mobile, qui a Milano.
E non capisco un cosa.

Come si fa a chiamare l'evento piu primaverile, piu atteso e meno milanese dell'anno:
"SALONE DEL MOBILE".

Se tu dici a chiunque, fuori dalle mura meneghine:
"Sai ieri sono stata al SALONE DEL MOBILE, una figata, un sacco di gente.. alcol a fiumi..bla bla bla"

Questo "chiunque" ti risponderà: "Al salone del mobile? Ma a fare che? ti devi sposare? devi arredare casa? ma perchè l'alcol? Ognuno portava una bottiglia di vino e poi vomitava sui mobili? Certo che da quando stai a milano..."

Ad esempio mi immagino la casalinga della provincia di Cuneo che legge sulla stampa "si apre oggi il salone del mobile a Milano" e che all'arrivo del maritino gli fa:
"Caro.. Ho fatto il risuotto cuol capriiuolo.. contento??
Per la vetrinetta del salone, quella dove vogliamo mettere il servizio di piatti buono, quello di zia Veronica, che dici...Andiamo a Milano da mia cugina, che c'è la fiera del mobile e magari la troviamo, cosi come la vuoi tu, due metri per due... Tanto alla fiera quanto vuoi che costi, ci saranno pure gli sconti"
Insomma i due partono ignari e il seguito ve lo potete immaginare.

Questo per dire che "SALONE DEL MOBILE" non rende affatto l'effetto tzunami di gente in strada a fare i fighi, che poi del mobile non gliene frega niente a nessuno, anzi io proprio non li capisco sti mobili, non c'è niente da fare.

Come si fa a stare comodi su un divano di ferro che si illumina a intermittenza a seconda del peso(a rieccoce...)insomma, risultato: ti alzi da li con un gran dolore al coccige e con la testa che ti pulsa, pure lei a intermittenza, come le lucine dell'albero di natale.

Insomma sotto sotto io sti designer li odio.

Riescono a fare alzare il prezzo di un semplice mascara del 1000 per 1000 e farti credere che i tuoi occhi ne gioveranno.

Poi con le loro giacchette tutte colorate e i loro occhialoni neri da inttelletuali prima maniera... Bleee..

Però tutta quella gente in giro, tutti quei colori, tutto quell'andirivieni di finti amanti del design, come me (che invece sotto sotto li odio)è l'unica cosa che a milano non ti fa sentire a milano.
Dunque ne vale la pena.

domenica 19 aprile 2009

consigli agli esercenti

Non capisco perchè i camerini dei negozi di abigliamento siano illuminati da una luce criminale che come un cecchino spara, senza pietà, sui tuoi punti deboli.
Quante di voi, dopo aver abbandonato nel reparto accessori quella gonnellina blu (colore che se non fosse andato di moda, avremmo evitato come la peste perchè non sai con cosa abbinarlo), passano in farmacia o in erboristeria a chiedere, con tono discreto, un drenante o depurativo perchè sa... col cambio di stagione...
A volte basterebbe davvero poco per evitare cadute d'umore.
Negozianti, fatevi scaltri.
Se metteste al posto dei neon abbacinanti, delle luci indulgenti, magari anche delle candele qua e la, che ne so, qualche lampada etinca che tu, indossatrice, puoi regolare in base al corqaggio a disposizione, sicuramente vendereste moolto di piu.
Pensateci.
Forse siete d'accordo con le farmacie della zona?
C'è un accordo silente?
Consiglierei di aprire un'inchiesta sul tema.

Un decennio fa pensavo di essere esente da cellulite e banalità, ma oggi, posso dichiarare con orgoglio: "le sento, le vedo, le curo".

giovedì 16 aprile 2009

TESTAMENTO

Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.

Ti lascio il sole che lasciò mio padre a me.

Le stelle brilleranno uguali ed uguali ti indurranno

le notti a dolce sonno.

Il mare t’empirà di sogni. Ti lascio

il mio sorriso amareggiato: fanne scialo

ma non tradirmi. Il mondo è povero

oggi. S’è tanto insanguinato questo mondo

ed è rimasto povero. Diventa ricco

tu guadagnando l’amore del mondo.

Ti lascio la mia lotta incompiuta

e l’arma con la canna arroventata.

Non l’appendere al muro. Il mondo ne ha bisogno.

Ti lascio il mio cordoglio. Tanta pena

vinta nelle battaglie del tempo.

E ricorda. Quest’ordine ti lascio.

Ricordare vuol dire non morire.

Non dire mai che sono stato indegno, che

disperazione mi ha portato avanti e son rimasto

indietro, al di qua della trincea.

Ho gridato, gridato mille e mille volte no,

ma soffiava un gran vento e piogge e grandine

hanno sepolto la mia voce. Ti lascio

la mia storia vergata con la mano

d’una qualche speranza. A te finirla.

Ti lascio i simulacri degli eroi

con le mani mozzate,

ragazzi che non fecero a tempo

ad assumere austere forme d’uomo,

madri vestite di bruno, fanciulle violentate.

Ti lascio la memoria di Belsen e Auschwitz.

Fa presto a farti grande. Nutri bene

il tuo gracile cuore con la carne

della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.

Impara che milioni di fratelli innocenti

svanirono d’un tratto nelle nevi gelate

in una tomba comune e spregiata.

Si chiamano nemici; già. I nemici dell’odio.

Ti lascio l’indirizzo della tomba

perché tu vada a leggere l’epigrafe.

Ti lascio accampamenti

d’una città con tanti prigionieri,

dicono sempre si, ma dentro loro mugghia

l’imprigionato no dell’uomo libero.

Anch’io sono di quelli che dicono di fuori

Il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.

Così è stato il mio tempo. Gira l’occhio

dolce al nostro crepuscolo amaro,

il pane è fatto di pietra, l’acqua di fango,

la verità un uccello che non canta.

E’ questo che ti lascio. Io conquistai il coraggio

d’essere fiero. Sforzati di vivere.

Salta il fosso da solo e fatti libero.

Attendo nuove. E’ questo che ti lascio.

di Kriton Athanasulis

venerdì 3 aprile 2009

risvegli

Mentre l'America si gode il suo sogno, noi, poveri italiani insonni, ci risvegliamo sudati nel bel mezzo del nostro incubo.
...meno male che silvio c'è...

giovedì 29 gennaio 2009

ZAPPING

Eccomi.
Fa ancora freddo... Vero?

be.. allora?

Che ci diciamo?

Sono un po intimidita, che faccio scrivo o no?
Guardo santoro intanto.. però... Hai visto sti lampedusani che illuminati.. E chi se l'aspettava...Vabbe, vediamo che c è dalle altre parti...
A rai uno c'è un commissarrio, l'enneisimo, ricciolino, bellocio, no è proprio bellino... Ok, lo terrò a mente, cercherò il poster, magari sul prossimo "cioè" lo trovo.
Andiamo avanti
Rai tre, c è quella la, quella che parla coi morti che non dorme mai perchè c ha gli incubi, no, mi secco.
Rete 4 che c'è? Ahhhh, tempesta d'amore.. Ma chi se lo guarderà mai? Quasi quasi...
No niente non ce la faccio

canale 5?
Vedo la chiabotto... Sembra un remake di "mi presenti i tuoi", c è lei che fa danno, rompe il recipiente con le ceneri di qualcuno, che palle è scherzi a parte.

su italia uno manco ci vado.

Me ne vado a leggere, sto leggendo il fasciocomunista, è forte.
Prima di leggere ritorno da michele, a michè ma sempre sti leghisti devi invitare?

tolgo il disturbo, arrivederci