giovedì 20 dicembre 2007

BUON NATALE

Ragazzi miei,
sono un po alticcia a causa del brindisi natalizio ma prima di locularmi nella mia cuccetta, vi volevo dare tanti baci e augurarvi un buon natale, un natale macioso come solo io vi posso augurare.
Bevetene tutti.
Amen

venerdì 14 dicembre 2007

P9 Compleanno


Macia nasce il 12 dicembre del 2006 a P9,
ridente cittadina virtuale abbruzzese, nel segno del sagittario.
All'inizio, come lady oscar, il suo genere (maschile o femminile)non fu chiaramente identificato, ma ben presto i ripetuti chissà e sospiri, tipicamente in salsa rosa, diedero al grande pubblico, la sicurezza della sua femminilità, fino a quel momento soltanto presunta.
Grande esperta di orsi e aragoste, si specializza in antropologia padana intravedendo negli animali milanesi spiccate analogie con scimmie e scimpanzè.
Premiata dalla critica per il suo "chi dice ma" (http://civico48.blogspot.com/2007_03_01_archive.html)diventa punto di riferimento per i trentenni di tutta Italia, grazie alle profonde riflessioni sull'incertezza e sul mal di vivere connesse al precariato economico e sentimentale.
Nella seconda parte del suo anno di vita non manca di analizzare gli andamenti del mercato, sopratutto dei meloni gialli e dei loro misuratori di zuccheri, con sorprendenti rilevazioni che faranno sobbalzare l'opinione pubblica dalla sua comoda poltrona.
verso il decimo mese dalla sua nascita si assiste alla sua svolta esistenzialista, famosi di quel periodo le sue invocazioni alla luna segreta.
Nichilisticamente Macia chiude l'anno con una rivoluzione culturale: da spazio creativo esistenzialista a spazio civico di denuncia.
Auguri Macia, contiuna a soprenderci

Redazione??? Mi metti in copertina, per favore?

martedì 4 dicembre 2007

Annunci di servizio

E' da un pò che ci penso e pensando e ripensando sono giunta all'unitile conclusione che questo spazio virtuale:civico48, è davvero mal speso.
Dopo che un tale prof di scrittura creativa ha giudicato con uno scarso C+ i miei 5incipit (post 40esimo), partoriti con sudore e sofferenza, la mia spregiudicatezza creativa ha subito un improvviso arresto.
Basta con la narrativa spicciola, basta con i tentativi suicidi di colpire l'ingenuo lettore (nn è il vostro caso, haimè), basta ancora con lo spontaneismo intellettuale:
ci vuole un programma, un progetto, degli obiettivi, delle provvigioni.
Ed ecco quindi che Macia Chini cambia faccia.
Da adesso fino a tempo ancora da concordare al suo interno, CIVICO 48 sarà uno spazio di servizio, di utilità collettiva, l'espressione del vero senso civico.
Innaugurazione:

1) La corrente elettrica nel quartiere isola, Milano, mancherà dalle 17 alle 22 di questa sera

2) Se salite sprovvisti di biglietto su un treno FS di trenitalia, al costo del biglietto si aggiungeranno cinquanta euro, qualsiasi sia la tratta da effettuare

3) I maglioncini di zara a collo alto, zara basic, sono aumentai di 1 euro, da 12 e 90 a 13 e 90, l'assortimento cromatico invece resta invariato

4) Per qualsiasi chiarimento è a vostra disposizione il servizio clienti del nuovo spazio "Civico 48: quando il civico nn è solo un numero" - http://blazar.tumblr.com , accorete numerosi.

La prossima edizione del tg48, alle 20:00

A tutti una buona serata

venerdì 23 novembre 2007

martedì 20 novembre 2007

QUARANTESIMA PUNTATA

E' il mio quarantesimo post.
Di cosa parlo?
Bè sono un pò demotivata per adesso, poco creativa (semmai lo sia mai stata)
Posso recuparare qualcosa di già fatto e fare finta che sia nuova...Oppure...
Idea!!!

Allora facciamo un esercizietto.

Leggerete di seguito una serie di incipit, dovete dirmi (ovviamente immaginando l'ambientazione) chi parla, dove e perchè.

Poi vi spiego cosa ne faremo.

Per chi sa già a cosa mi riferisco non faccia il furbo e si astenga da dare le soluzioni.

Pronti?



1° incipit
chi assaggia?” interviene il cameriere attendendo istruzioni.
Luca alzando il mento indica Alice e lui, ubbidiente, le versa una sorsata di Planeta -La segreta rosso, annata 2004.
Alice sorride, annusa, fa danzare il liquido rosso sulle pareti del calice e per finire riaffonda il naso nel buquet siciliano.
“può andare” annuncia solenne, schiacciando l’occhiolino a Luca che aspetta l’uscita di scena del camerire per sussurrarle “ottima interpretazione…”



2° incipit


No, io dile plima 50 e tu dile si va bene…io no svende”
Carlo prima fruga nelle tasche dei pantaloni poi ricorda di aver lasciato il portafoglio nella tasca del giubbotto all’altezza del petto, si porta la mano al cuore sfilando 3 banconote:
“ho solo 30, tieni, forza….Per 7 minuti mi sembra più che sufficiente..” glieli getta sul naso orientale, come un cliente al ristorante che, lamentandosi della pasta scotta, si rifiuta di pagare il conto per intero.
Ha sempre odiato i cinesi, ma non disdegna le puttane.


3° incipit


Altro. A qualsiasi richiesta di informazioni sul lavoro precedentemente svolto, Dario non poteva che rispondere altro, sembrava quasi si vergognasse e che volesse omettere la sua reale funzione nella società.
Era l’ennesima giornata passata all’ufficio di collocamento ed ogni volta la stessa storia, lo stesso formulario tra le mani e sta volta anche lo stesso numerino salva coda: il 610
Dario si chiedeva a che servisse compilare sempre lo stesso formulario se poi la volta dopo, la signora con la coda e i denti di vallo gliene allungava un altro, con non curanza, identico a quello della volta prima…
“610…chi è? C’è il 6-1-0?”
“arrivo, arrivo….Sono io io io”



4° incipit
Si…bello, non c’è che dire…Forse un po’ troppo caldo…
Primo passo.
Uhh ma guarda quanto spazio libero … si potrebbe edificare subito… forse non esiste neanche il piano regolatore qui….
Secondo passo
Certo, mi devo informare…
Terzo passo
Si, si potrebbe sfruttare il calore per creare dei pacchetti dimagranti extralusso… “ dimagrisci sotto le stelle, sauna all’aperto anche di domenica...”




5° incipit
Con la sola canottiera non riusciva a cancellare per bene le tracce di sangue sulle piastrelle del bagno e poi, con lei distesa tra i piedi, ormai fredda e rigida, era anche più difficile muoversi.
Gli mise un piede tra il braccio e lo stomaco e l’altro tra i due polpacci e con zelo strofinò per bene lo specchio a forma di stella.
Il telefono ruppe quel silenzio perfetto iniziando strillare dall’altra stanza.
“Chi sarà…. Sarà il tuo amante…mi dispiace….poverino…si preoccuperà tanto…” sussurrava a denti stretti.

lunedì 12 novembre 2007

Il fantasma di Macia Chini


Ho sentito che avete messo in discussione la mia reale esistenza, e allora?
Cosa devo fare? Battere un colpo?
Sollevare il tavolo d'improvviso?
Far girare la polenta?
Far lievitare il direttore?
Trasformare emme in un ottimista?
Pazi in un pacifista?
Frixo in un amante di anna tatangelo?
No...eee..ditemelo...
O forse comparirvi in sogno dandovi dei numeri, magari una bella cinquina?

Va, vado, mi stanno chiamando in una seduta spiritica in canada...

Fatemi sapere che idee bizzarre sulla mia esistenza avete messo sul piatto insieme alla polenta.

lunedì 5 novembre 2007

TRAPPOLINA mediatica

Malaugurato internauta di google che per ingannare il tempo, hai pensato bene di far andare le tue manine sulla tastiera, alla ricerca di:

"blog di beppe grillo"
(probabilmente sei un curioso con tendenze sovversive,forse anti politico comunque ancora non ben schierato)

"costantino vitaliano"
(adolescente o donna matura dall'ormone sportivo e dalle sinapsi lente come una fiatpunto in coda sulla salerno reggio calabria il 13 di agosto)

"siti porno"
(uomo, bianco, dai 30 anni in su, probabile blogghista p9)

"riccardo scamarcio"
(adolescente, donna matura, donna poco matura, donna disoccupata, donna occupata, donna aurista di tram, donna dirigente multinazionale: DONNA)

"cinema roma"
(il disinformato, non sai che film danno, ma neanche se ci vuoi andare, lo vuoi vicino casa ma anche con lo sconto, si ma alla fine non ci vai, lo sappiamo)

"cinema milano"
(come sopra, solo che ogni tanto dici "figa" al posto di "mortacci")

"scaldabagni in offerta"
(il solito tirchio)

"stufe in pellet"
(l'ecologico, o comunque ti piacerebbe esserlo,anche se ancora non hai capito che comporta, lo reputi il primo passo,sopratutto se tutto ciò fa risparmiare)

"last minute ponte dell'immacolata"
(io)


Sei in trappola.

Non troverai nessuna informazione al riguardo, è solo uno strataggemma per far lievitare le mie statistiche e per portarti con l'inganno dentro
IL FAVOLOSO MONDO DI P9.

dato che ci sei già, fatti un giro, e dai, che ti costa....

mercoledì 24 ottobre 2007

THE WINNER IS...


Siamo giunti al capitolo finale del lungo concorso a premi promosso e organizzato dalla prestigiosa rivista letteraria on-line Pagine9.

Presentatore:
Bene, abbiamo gia i voti del pubblico?
Candidati, quando sarete nominati vi prego di fare un passo avanti:



Reika.....per te il sogno finisce qua
Blazar....per te il sogno finisce qua
Zec.......per te il sogno finisce qua
Frixo.....per te il sogno finisce qua
Savio.....per te il sogno finisce qua

Direttore.....per te il sogno continua.

Quanti sono i finalisti, allora? Aspettiamo la busta...
Ecco, si, mi dicono dalla regia che l'unico finalista è il direttore e perciò, desumo, anche il vincitore.

Bene diamo il premio al direttore.

Si? C'è una domanda dal pubblico, Sonia porta il microfono a quel giovanotto....Dica

Giovinotto "mi sembra appalesarsi un grosso conflitto di interesse, il direttore è ovvio che ha vinto non per sue capacità creative ma grazie al ruolo istituzionale che ricopre "


Presentatore: "come si chiama lei giovanotto?"

Giovinotto: "Emme deviazioni"

Presentatore: "Sonia leva il microfono al rosicone..."

Ed ecco a voi, in anteprima mondiale la frase vincitrice:

La casa del serpente dove il caffè si beve a sud


Dopo il concorso, Macia rilascia queste dichiarazioni:

"Si ringraziano tutti i partecipanti che hanno permesso la formulazione della sopraindicata frase, con i loro spunti e divertenti suggerimenti.

Il direttore è vincitore insieme a tutti i collaboratori di p9, preziosi compagni di lavoro.

Ringrazio anche le migliaia di persone che hanno reso celebre il nostro sito con le loro visite quotidiane e ripetute e sopratutto i nostri commentatori storici che ci seguono dal ben lontano 2007, solo per ricordaarne qualcuno: zec, blaz e H.C.
"

martedì 16 ottobre 2007

IN SEMIFINALE....

Dopo acceso dibattito e costruttiva analisi, la commissione qualità* si è espressa a favore delle seguenti proposte:

Civico 48...visto che ci siete, entrate candidata n°1 Reika

Civico 48: E sai cosa bevi! candidato n° 2 Frixo

Civico 48: se il non vedersi in faccia per te è un problema, prova a leggermi. Vedrai chi sono candidato n°3 Savio

Civico 48: avete sbagliato, era l'84. candidato n°4 Blazar

Civico 48: non entrate, potete ancora salvarvi candidato n°5 Zec

Civico 48: benvenuto nella casa del serpente candidato n°6 Direttore


Vi ricordo che avete 48 ore per esprimere la vostra preferenza e che il voto del presidente di commissione qualità vale 10 volte il vostro.

L'elenco degli idonei non vincitori sarà pubblicato alla fine del concorso, insieme alle menzioni speciali e ai premi della critica.

Vai con le telefonate.

* Biancaneve (presidente), i sette nani, stefano rodotà, erika e omar.

martedì 9 ottobre 2007

CONCORSO: addio al caffè


Miei cari,
vi richiamo all'ordine...
Voglio cambiare la fresetta che introduce il blog nella home page.
Il caffè è finito da tempo e poi si sa... solo a napoli lo sanno fà, quindi dobbiamo reinterpretare il mio spazio.
Lancio un brain storming sul tema.
Le frasi migliori verranno selezionate da un giuria tecnica che ne decreterà il vincitore.
Una giuria di qualità, invece, deciderà se e cosa vincerà il vincitore.
E' prevista una categoria di "idoneo non vincitore" ai quali verrà rilasciato un importante attestato di partecipazione (che fa curriculum).
Astenersi perditempo e corti di fantasia.

Un due e tre via....

Ps: la partecipazione al concorso è gratuita

mercoledì 3 ottobre 2007

IL POTERE DEL PUNTO

"...ottima conoscenza dell'inglese e di power point".

Una delle prime espressioni che ti viene rivolta in questa città è "fammi una presentazione in power point". Sulle prime resti disorientato, posi il tuo sguardo su quello dei colleghi che invece di rispondere al tuo spaesamento con una pacca sulla spalla denunciando la schizofrenia del capo con frasi del tipo:

"non preoccuparti, non vuol dire nulla, è pazzo, è rimasto impressionato dalla setta religiosa del power point e non distingue più tra le riunioni di lavoro e quelle purificatrici della sua setta"

ci mettono pure il carico, il tre di coppe, l'asso di denari:

"falla animata, diamo un pò di dinamismo alla cosa, altrimenti apparirà piatta".

La primissima volta che mi venne fatta questa richiesta è stato per la mia tesi di laurea, tale Professor Recanati mi guardò con lo sguardo iniettato di sangue e me lo disse.
Io cercai in tutto il paese qualcuno che sapesse esattamente cosa significasse, cercai davvero ovunque e a chiunque e l'unico che rispopse al mio appello, indovinate indovinate....Fu un ragazzo che lavorava a Milano.
E mi aiutò, poverino, mi aiutò.
Insomma tornando a noi, a Milano sembra che non si possa fare a meno della propria presentazione in power point, il power pontista anche mentre parla con te al bar muove nervosamente la mano destra come se dovesse comandare col mouse la presentazione dietro di lui, infatti potrete notare che ogni tanto si guarderà alle spalle, ma non è per paura,non fatevi ingannare, è per vedere a che Slide della sua presentazione è arrivato.
E' davvero una malattia, qualsiasi cosa è degna del suo power point.
Mi immagino gia che fra un paio di anni a qualsiasi milanese sarà garantito il diritto, soprattutto a un primo appuntamento, di arrivare all'aperitivo con il pc e il videoproiettore da taschino,poterli montare sul tavolino, ordinare un negroni e dire alla propria tipa:
"ci siamo?"

per poi rivolgersi alla cameriera facendo un gesto con le mani verso il basso.
la cameriera si rivolgerà alla sua collega ringhiandole:

"pannello bianco al tavolo 6".

E in un attimo il tavolo 6 avrà il suo pannelo bianco dove proiettare la propria vita, un specie di grande fratello fatto a mano, come le molotov artigianali.

"Ma quello sei tu nudo in bagno??" dice la tipa

"Si, è alla gita del 5° superiore, che sballo, volevo dare un pò di dinamismo, ma devi vedere quando arriveremo alla slide 445, quella in cui mi fumo la prima canna, c'è proprio da ridere, però... non distraiamoci, dai, altrimenti mi si scarica la batteria".

Che il potere del punto sia con voi.

lunedì 1 ottobre 2007


martedì 25 settembre 2007

Chi non dorme piglia pesci (in faccia)

Ho bisogno di voi.
Ascoltatemi almeno voi.
Oggi mi sento depressa, irritabile, tendente all'obesità, col sistema nervoso vacillante, occhiaie profonde nere con sfumature di grigio, sguardo assassino, lingua velenosa, impulsi omicidi verso tutte le persone che sorridono chiassosamente, quelle che sorridono per compiacere gli altri, quelle che sorridono per sedurre, insomma quelli che sorridono.
Non ho dormito, neanche un minuto sta notte, ma neanche uno, che sia uno, vi giuro, è stato terribile.
Ho letto gli effetti della mancanza del sonno che vi riporto di seguito:

A breve termine
Sonnolenza
Improvvisi cambiamenti di umore
Perdita di memoria a breve termine
Perdita della capacità di ideare, pianificare e svolgere un’attività
Mancanza di concentrazione

Effetti a lungo termine
Obesità
Invecchiamento precoce
Spossatezza
Maggiore rischio di infezioni, diabete, malattie cardiovascolari e gastrointestinali
Perdita cronica della memoria,

Tranne il diabete me li sento tutti tutti addosso, in un sito ho trovato anche come effetto: morte lenta che procura molta sofferenza.

Sta notte pregate per me.

Posso contare sul vostro sostegno, in caso di vecchia precoce e obesità deformante?
Mi vorrete bene lo stesso?
Grazie amici pnove.

venerdì 21 settembre 2007

Aspettando la pioggia


E se, e ma
mi pare sarà
eppure non piove e nuvole
non ne vedo di qua
è una striscia di cielo
non diversa da prima
solo freddo d'autunno
e bianco color di farina

guardo sopra al sesto piano
una goccia e poi l'altra si spiaccica in faccia
fa un rumore di sveglia
che tintinna sul ferro
di una gronda lontana

e viene la pioggia a lavare
le macchine in fila
gli allarmi strillare
e bagna le aiuole spellate
le multe stracciate
il cielo dei bar

sulla strada di pietra segnata
come panforte di tagli e binari
piove sulle varesine e gira gira
la giostra senza fine

cade sopra i tram che passano lenti
di ferro e di legno pazienti
con un occhio solo
buoni da guardare
dinosauri in fila ad asciugare
piove sui pensieri dietro ai fanali
delle tangenziali

e bagna nei cortili i gerani
le nere ringhiere
le lingue straniere
i viados di Gioia
la casba di Buenos Aires
le edicole accese
le borse e le spese

piove sulle campane
delle pievi romane
sulle grazie sui ceri
sui voti e sui desideri
cade sopra i piedi dei bambini
che ci sono ma non li vedi
sugli ortomercati
dentro i fabbricati
sopra le collette di spicci e sigarette
su uomini e su cani
e piove sulle urla dei villani

sul cimitero monumentale
sugli attacchini sugli spazzini
sulle chiese dei filippini
sui tavolini dei baracchini
sui gatti tristi dentro i cortili
sulle collane degli abusivi
sul padiglione degli infettivi
sopra i germani dentro i navigli

sui treni caldi dei pendolari
sopra i silenzi dei tassinari
sulle africane per mezzo ai viali
sopra i parenti negli ospedali
e piove stasera anche sul chiuso della galera

e venga la pioggia a Novembre
a lavarmi i pensieri dal fango e dal mal.

Vinicio Capossela, Pioggia di novembre

giovedì 13 settembre 2007

IL SOLITO TRAM TRAM


Allora...
Dopo avervi ammorbato con tanta romanticheria gratuita, ritorno sulle sane osservazioni dedicate ai giovani e meno giovani dei nostri mostruosi tempi.
Quindi:
io la mattina prendo sempre un tram, che si chiama 16 e che ormai è come un condominio.
Io e i miei amici di tram, dopo aver fatto l'appello mentale, ci guardiamo con l'aria di approvazione o disapprovazione, vi faccio un esempio:

Se l'uomo con i tic spunta con i calzini bordò nascosti malamente dai suoi pantaloni grigi abbinati alla camicia amaranto tendente al viola accompagnata sfacciatamente a una bella cravatta marrone, mi sento in dovere di disapprovare con tenacia questo libera iniziativa privata, e basta uno sguardo torvo/obliquo e lui capisce.
Infatti l'indomani sostituisce le calze bordò con delle altre marroni, quasi uguali alla cravatta di ieri, della quale, però oggi, è sprovvisto.

E cosi succede anche a me.
L'altro giorno mi sentivo in forma e piuttosto alla moda, infatti mentre mi preparavo la borsetta della giornata (biscotti gran cereali, burrocacao, analisi del sangue, tarassaco e bicarbonato)mi pregustavo tutti quegli sguardi di approvazione sui miei accessori, ma sopratutto verso le mie meravigliose scarpe.
Fu una delusione cocente scoprire che c'era quello stupido sciopero dei mezzi, me ne dovetti andare in ufficio senza aver passato l'esame "approvo non approvo" della ragazza dalla frangetta di sbiego, era per lei che mi ero vestita e preparata.
Pazienza.
Ma la storia è un'altra.
I miei preferiti sono LUI e LEI.
(vorrei aprire una parentesi, che tra l'altro ho gia aperto, dicendo che è anche interessante sapere che soprannomini si da la gente in queste situazioni, muoio dalla voglia di sapere il mio, ho come la vaga impressione che potrebbe anche essere "quella ragazza (spero) con i segni del cuscino in faccia che cerca di fare la figa, ma che farebbe meglio a cercarsi un lavoro raggiungibile a piedi per risparmiarci questa visione mattutina)
Allora, si siedono sempre allo stesso posto e sempre vestiti di scuro/chiaro (tipo bianco nero, grigio e nero).
Lei o lui, un giorno a testa, leggono.
E fin qui tutto normale, ma la cosa meravigliosa è che leggono a voce alta, cioè lui legge a lei o lei legge a lui.
Se riesci a sederti dietro di loro per una settimana intera, puoi subire della lettura passiva di un certo contenuto, mica robetta, e puoi anche sperare di sapere come vanno a finire i libri iniziati; tutto sta nel beccare il posto giusto al momento giusto e poi mantenere la posizione fino ad operazione avvenuta con successo.
Sono i miei preferiti del 16, LUI e LEI, innamorati e colti come nessuna coppia abbia mai conosciuto, riescono bure a baciarsi "alla francese" alle 8 e 30 del mattino: questo si che è amore.
Sono anche vegetariani, li ho beccati al ristorante arancione (quello vegetariano, per l'appunto) sempre soli lui e lei, Lui che leggeva a lei il menù e lei che approvava silenziosa come a dire: "dai ancora, ancora amore, leggimi un altro menù"-

Come si fa a conservare una faccia seria, in ufficio, fingendo frenesia lavorativa, mentre scrivo queste cavolate?

A tutti buone letture attive e passive.

Che libri avete letto quest'estate?
Ci scambiamo le opinioni?

lunedì 3 settembre 2007

Dedicato




Cari amici e conoscenti,
cari videospettatori presenti o anche solo potenziali,

fratelli e sorelle di tutto il mondo,

donne che cedendo all'aggressività si credono uomini e
uomini che tentati dalla vanità si credono donne

controllori di autobus che cedendo alla frustazione si credono supereroi della legalità

colleghe che cedendo allo zelo si credono tecniche dei computers con conseguenti gravi danni sull'intera strumentazione

gente del sud che cedendo al cattivo inglese si crede moderna o peggio ancora update

e per finire cari miei amici P9 che vi credete semplicemente voi stessi con ottimi risultati,

a tutti voi

Ben trovati.

Non vedo l'ora di leggervi.

Dateci sotto.

mercoledì 27 giugno 2007

POESIA - SOLI SOLO CON I NOSTRI PUNTI INTERROGATIVI

MA DOVE SIETE?
SONO SOLA?
EHI???
MA C'E' QUALCUNO???
CHE C'E', CHI C'E'?
E ORA CHE FACCIO?
MI SIEDO E ASPETTO.

venerdì 15 giugno 2007

Storie di ordinaria milanesità

Ieri sera ho cucinato una pasta buonissima (è la ricetta ad essere buona in se, non la mia pasta, per capirci...) ma, nel bel mezzo della preparazione, come spesso accade, mi sono accorta che mancava l'ingrediente che faceva la differenza: la menta.
La mia coinquilina citofona giusto in tempo per essere spedita dal fruttivendolo vicino casa a comprarla.
Da donna cresciuta a pummaorla e sfogliatelle,la sprovveduta, davanti al fruttarolo, ha pensato male di comparare un innocuo meloncino per poi chiedere il mazzolino di erbetta che, secondo lei, gli sarebbe stato regalato insieme a quell'innocuo meloncino comprato solo per buona creanza.
Risultato:
un mazzolino di menta + un meloncino giallo (neanche cantalupo)=
10 euro e 80 centesimi, roba da restarci secchi.
Una volta a casa abbiamo scoperto che dietro questo melone in realtà si nascondeva il lavoro di scienziati dotati di brillante intelletto che, finanziati dalla lobby dei melonisti, hanno inventato "il primo misuratore al mondo per la rilevazione degli zuccheri - perfezionato sui meloni -" con tanto di libretto informativo sul melone che era appena stato comprato e che tra l'altro poteva essere rintracciato su un sito grazie a un codice personale che ci avrebbe permesso di scoprire l'albero genealogico del super melone costato soli 8 euri e rotti.
Infatti era buono.

Roba da pazzi.

Solo a Milano può accadere...

giovedì 7 giugno 2007

Un esempio di messaggistica istantanea (1)

Macia scrive:
ahhh
Macia scrive:
ma hai gia letto e risposto
Macia scrive:
non c'è nulla di nuovo
Macia scrive:
quindi mi puoi raccontare quella cosa la….
zuccheroecafè scrive:
letto cosa?
Macia scrive:
il post
Macia scrive:"
"scusi signora"
zuccheroecafè scrive:
ti ho detto nooo
zuccheroecafè scrive:
vado vado che sono curioso
Macia scrive:
ma si...hai commentato gia
zuccheroecafè scrive:
nooooo
zuccheroecafè scrive:
aHH si
zuccheroecafè scrive:
ma questo è vecchio
Macia scrive:
stordito
zuccheroecafè scrive:
pensavo ne avevi messo un altro
zuccheroecafè scrive:
non ricordavo il titolo
Macia scrive:
ora ne metto uno nuovo
zuccheroecafè scrive:
ma tu lavorare????
zuccheroecafè scrive:
sti dipendenti privati non fanno mai nulla (faccina che ride)
Macia scrive:
invece voi pubblici non fate altro che chiedere aumenti..aumenti..Ancora..ancora... Non vi basta mai!!!!
zuccheroecafè scrive:
ieri c'era l'ultima puntata del tuo reality preferito
Macia scrive:
ahh si
Macia scrive:
ma eri d accordo con la mia critica?
Macia scrive:
io ero cosi soddisfatta della mia critica televisiva, ma mi sa che non è stata colta…
zuccheroecafè scrive:
io non mi sono mai fermato a vederlo quindi non ne sapevo nulla
zuccheroecafè scrive:
certo se era in quel modo troppo terribile
Macia scrive:
ma dove sei ora?
zuccheroecafè scrive:
a lavoro
Macia scrive:
ma dai, mia aiuti a scrivere il prossimo post?
Macia scrive:
Senti….facciamo un dialogo su messanger e poi lo pubblichiamo?
Macia scrive:
dai dai
zuccheroecafè scrive:
ma che dialogo? Mi secco
Macia scrive:
tra me e te
Macia scrive:
che ne so, qualcosa di surreale
Macia scrive:
poi cambio i nomi e lo pubblichiamo
Macia scrive:
mi sembra un'idea carina
zuccheroecafè scrive:
ma io non sono un messangerista dovresti trovare qualcunmo che conosce lo slang giusto
zuccheroecafè scrive:
tipo "xkè"
Macia scrive:
ma perchè?
zuccheroecafè scrive:
o simili
Macia scrive:
ecco hai visto neanch' io lo uso lo slango giusto
zuccheroecafè scrive:
renderebbe meglio anche il linguaggio che si usa
Macia scrive:
qmc qlc la conosci anke tu, ho visto prima, hai scritto “cmq”
Macia scrive:
ma tu la k la usi?
Macia scrive:
io no, mi sono sempre opposta
Macia scrive:
però ogni tanto scappa
zuccheroecafè scrive:
no
Macia scrive:
tipo anke, perke, ke fai
zuccheroecafè scrive:
no mai
Macia scrive:
e il 6
Macia scrive:
tipo ci 6?
zuccheroecafè scrive:
no no
zuccheroecafè scrive:
adesso devo fare dei giri ci pensiamo e ci sentiamo dopo tipo alle 12
Macia scrive:
dei giri? ma se hai la gamba malata
Macia scrive:
allena i tuoi polpastrelli piuttosto
Macia scrive:
io vado a lecce oggi
Macia scrive:
parto
Macia scrive:
e sto fino a domenica
zuccheroecafè scrive:
bello
Macia scrive:
tu?
Macia scrive:
che fate?
zuccheroecafè scrive:
sto a casa con sta gamba devo andare a fare fisioterapia
zuccheroecafè scrive:
quindi a roma
Macia scrive:
bellà li
Macia scrive:
peccato che i lettori di p9 non potranno godere della tua fantasia
zuccheroecafè scrive:
poi adesso ho una depressione da scrittura
Macia scrive
la prossima volta però lo facciamo, ok?
zuccheroecafè scrive:
ok
zuccheroecafè scrive:
con la k
zuccheroecafè scrive:
La sorella di L ha fatto un concorso di corti ispirati al suo libro
zuccheroecafè scrive:
e ieri c'è stata la premiazione
Macia scrive:
e l hanno premiata?
zuccheroecafè scrive:
no a lei
zuccheroecafè scrive:
lei ha fatto il concorso
zuccheroecafè scrive:
ha premiato il corto migliore
Macia scrive:
ahhhh
Macia scrive:
lei l ha premiato?
Macia scrive:
gli ha regalato il suo libro?
zuccheroecafè scrive:
e c'erano un sacco di attori e produttori e un regista le ha detto che vuole fare un film dal suo libro
Macia scrive:
si il solito regista che regista non è?
Macia scrive:
ma spazio per te non ce n'è?
Macia scrive:
con la tua faccia mediterranea sud americana fusion ambient pop?
zuccheroecafè scrive:
no questo è regista ma chissà se lo fa veramente
zuccheroecafè scrive:
vabbè lasciamo perdere
zuccheroecafè scrive:
vado
Macia scrive:
ok
Macia scrive:
by by
Macia scrive:
è stato un piacere
zuccheroecafè scrive:
bene bene

Tratto da una storia vera.

martedì 29 maggio 2007

Scusi Signora

Ci sono delle cose che nessuno si prende la briga di rivelerarti prima che accadano ed è così che ci si ritrova impreparati al loro arrivo.
Io penso, qualcuno mi corregga se sbaglio, che già alla nascita, dovrebbero dotare il futuro uomo o meglio futura donna di un manualetto, di “linee guida” per affrontare con coscienza ed opportuna preparazione alcuni passaggi fondamentali dell’esistenza umana.
Ad esempio, uno dei capitoli che meriterebbero maggiore spazio sicuramente dovrebbe essere:
La prima volta che una minorenne o una commessa ti appella “Signora”: le 10 cose da evitare.

Situazione tipo 1 (ambiente: negozio)

“signora la posso aiutare?”
“Signora forse non è meglio una 46?”
“Deborah vedi cosa vuole quella signora”


Oppure

Situazione tipo 2 (ambiente: su strada)

“Signora mi scusi, sa dov’è l’università?”
“Signora ha perso questo….”
“Signora si oblitera da questo lato….”

10 cose da evitare in entrambe le situazioni

1) Rispondere con “signora sarà tuo padre”
2) Fare una serie di ruote e rovesciate sul bordo marciapiede fingendo scioltezza degli arti e dello spirito (potreste farvi molto male o ricevere come contro risposta: non avrei mai detto che a una certa età si possono ancora fare certe cose, complimenti signora…..forse ha perso questo….– pillole antireumina cadute nelle giravolte -)
3) Cantare “non sono una signora” di Loredana Bertè
4) Ruttare con fare giovale rispondendo imitando lo slang giovanile “bella rigà…che si fa sta sera? Un paio di codrini? Me voglio sballà…”
5) Guardarti intorno con disinvoltura fischiettando la colonna sonora di “amici di maria de filippi” fingendo di non aver sentito
6) Aggredire fisicamente l’inetrlocutrice/ore
7) Rispondere con fare risentito “Stronza”
8) Rispondere a domanda con altre domanda:“Per caso vedi una fascetta d’oro abbracciare questo dito? O anche soltanto uno sbrilocco, promessa di signorilità? Sei cieca? Sei ipovedente? Mi prendi in giro? Signora a chi? A chi????? ” potrebbe denotare insicurezza o peggio ancora complesso di inferiorità.
9) Rispondere con “Signorina, prego”
10) Rispondere con “transgender, prego”

martedì 22 maggio 2007

Archivi di vita

Oggi il passato si mescola al presente creando una specie di emulsione pronta a essere spruzzata sulla pelle.
Mi è venuta una strana curiosità oggi pomeriggio:
Ma yahoo conserva tutte le e-mail, ma proprio tutte le e-mail della tua vita?
Posso andare a recuperare le primissime e-mail del 98, quando qualcuno più veloce di me mi portò per mano in questo mondo che meritva, a quell’epoca, i miei occhi sgranati?
Posso andare a ricostruire i rancori persi e sfatti nell’etere?
Posso frugare ancora tra quegli amori solo accennati, sfocati, nati semplicemente per la voglia di collezionare parole dolci?
Posso ripercorre il calvario dei miei curricula che come piccioni viaggiatori hanno percorso l’Italia intera chiedendo asilo anche all’estero?
Posso ancora sorridere delle mie lettere di accompagnamento, dei miei lamenti notturni delle mie risposte date per forza e delle mie richieste forzate di risposte?
Yahho, ti archivia la tua vita per cartelle?
Tipo:

inizio storie
Fase di innamoramento
Fine e rotture varie
Sfumature verso la rottura
tentativi di recupero ricevuti
tentativi di recupero inviati
risposte finte dolci (inviate e ricevute)
risposte vere acide (inviate e ricevute)
sorprese
ripicche
richieste di ospitalità (inviate ricevute accolte e cestinate)


Sarebbe bello che insieme ad ogni cartella si aprisse anche un file di canzoni del periodo per rendere più cinematografica la ricostruzione sentimentale.

La risposta non ce l’ho.
Sono andata a vedere il primo messaggio ricevuto e non ne conosco il mittente, strano, chi è questo Sergio Fermorelli?
Chi è?
In che cartella lo metto?
Ci vuole un’altra cartella:

Ricordi smarriti

Romanticamente Vostra (per chi mi vuole) Macia

Colonna sonora di questo post: Cat Stevens, "Wild Word" o in alternativa, er gli amanti del made in Italy: "parole d'amore scritte a macchina" , Paolo Conte

venerdì 11 maggio 2007

W l'Italia

Oggi mi improvviso assistente di Aldo Grasso.

“Macia, il pezzo su quella specie di programma…Ma si…quello sulle orge: suocere, prostitute e impotenti…Si hai capito, dai… fallo tu, poi firmalo a mio nome, io devo andare a farmi la pedicure, ho dei piedi osceni…E sta sera c’ho la grigliata da Raffaella e sai come va a finire…Tutti in piscina!!! E non mi posso certo presentare con lo smalto di una settimana fa.. ”.

“Ok Aldo, vai pure…tranquillo per lo smalto: rosso cardinale, il n°45, come quello che hai messo la sera dell’idromassaggio in giardino a casa di Pippo”.
“Franco?”
“No, Baudo…”.


La Sposa perfetta

Di reality feccia ne avevamo già visti abbastanza, pieni zeppi di situazioni verosimili al limite della decenza e della ragionevole lucidità riconosciuta al tanto citato “spettatore medio”.
Ma la “Sposa perfetta”, reality assorbito dalla Turchia (che non sappiamo se volgiamo nell’unione europea, ma non abbiamo il minimo dubbio quando si tratta di acquistarne la sua spazzutara mediatica…) è davvero il peggio che potevamo aspettarci e la cosa ancora più malvagia è che, molto probabilmente, ben rappresenta la reale situazione familiare italiana.

Questo clichè miediatico cade proprio a fagiolo: in un “oggi” in cui siamo tutti affannati a precisare la natura antropologica, sociologica e psicologica, della tanto auspicata “FAMIGLIA NATURALE” che tendiamo a far coincidere con la “FAMIGLIA PERFETTA” che non può esser tale se non fondata sulla “SPOSA PERFETTA”.

Già dalla prima puntata qualcosa di inquietante, di orrpilante, di osceno (oserei dire) incominciava a delinearsi.

La mamma ben acconciata, con gli occhi pieni di orgoglio e antirughe, accompagna trionfante il figlio maschio che per cercare una moglie degna della prole che verrà, è costretto a recarsi a Rai 2, perché in giro, per strada, si incontrano troppe cattive ragazze.

Il Figlio tardone, bruciato dalle lampade, stanco di tutte queste donne senza valori e senza vestiti, è un ottimo prototipo del maschio made in Italy, il prodotto più esportato all’estero: latino, mammone, inetto a una vita da adulto, arrapato e compiaciuto.

Passiamo alle aspiranti mogli.
Età media 25.

Sfilano con sicurezza consumata questi aspiranti angeli del focolare.
E con sicurezza consumata mentono spassiuntamente.
Mentono sorridendo con gli occhi e con le scollature solo appena accennate per non turbare gli animi delle suocere che devono decidere le sorti del loro focolare mediatico.

L’imbarazzo più imbarazzante si è avuto quando, ad esporre i buoni propositi sulla creazione di una famiglia perfetta, naturale e fondata sul matrimonio, è stata una ragazza di colore.

Le suocere, senza il minimo indugio, e senza parafrasando non l’hanno voluta.
L’hanno spedita a casa, perché la “sposa pefetta” deve essere bionda con gli occhi azzurri, diplomata, accollata e più finta possibile.

Non l’hanno voluta perché “negra”.
E nessuno ha detto niente.
Hanno legittimato la forma più riprovevole di ignoranza, l’hanno messa in tv, avallata da conduttori, autori e ospiti in studio.

Le innumerevoli madri, pilastri delle famiglie naturali italiane, applaudendo comodamente da casa propria davanti a tanta volgarità culturale, avranno detto “tiè hai visto??? Pure quella la l’ha detto….Io pure nun ce lo voglio nu nipote negro…Per carità!!”

Ecco il gioco è fatto.
E’ passato in televisione e quindi è sdoganato.
Il razzismo non è più motivo di vergogna.
Si sono razzista, che ci fa, se posso scegliere il colore del mio smalto non capisco perché non posso scegliere il colore delle pelle di qualcun altro…Questione di gusti.

L’Italia si merita questa famiglia, al massimo macchiata del rosso sangue dell’intolleranza umana.


Aldo Grasso

mercoledì 2 maggio 2007

Un bel niente (2)

C’ho sonno e una certa agitazione mi gira nella panza.
Non so come sporcare questo foglio e infatti lo lascerò mezzo pulito.
Questa è una comunicazione di servizio.
Domanda numero uno (rivolta o al direttore o a frixisissimo):
- ma perché l’Utente se vuole commentare con “altro” non ne ha facoltà?
Domanda numero due
Voi scrivete direttamente sul blog o prima in word (io in word- questo è un sondaggio)
Domanda numero tre a ascelta tra
1)“che ce ll'hai na cartina???”
2)"che ce ll' hai na sigaretta?"
3)"Che ce ll hai un euro che m hanno rubato er portafoglio?"

Volevo solo cambiare faccia al mio blog.
Non esitate a commentare per qualsiasi chiarimento in merito.
Cordialità

mercoledì 18 aprile 2007

FAI UNA DONAZIONE

Allora.
Dunque.
Dunque, ecco, insomma, vedi, appunto ehh… diciamo, si ecco, insomma.
Mi chiedevo.
Una seduta da un’osteopata, che fa rima con omeopata, può arrivare a costare “solo” 85 euro a botta?
E può un osteopatia che costa 85 euro a botta dirti con leggerezza “torna martedì” quando è soltanto venerdì?
Puo un osteopatia che costa appena 85 euro a botta e che ti appena detto che devi tornare martedì quando è soltanto venerdi dirsi cattolico e professare l”amore verso il prossimo”?
No, non puo.
Ancor di più se a quel martedì seguirà un ciclo di trattamenti regolari, almeno due a settimana finche la situazione non si sarà stabilizzata.
Diventerò poverissima.
Chiedo la vostra pietà.
In fondo troverete il mio numero di conto corrente per effettuare una donazione o erogazione liberale a mio nome.
Come casuale scrivete pure “ affinche la signorina Macia possa ancora assicurarsi con regolarità oltre ai trattamenti manuali del rachide anche una ceretta al mese per il resto dei suoi giorni, come è suo diritto”
I diritti sono importanti.
Grazie.
c/c 610 6100 MACIA CHINI

martedì 10 aprile 2007

GENTE ALTERNATIVA

Ho gia avuto gia modo di parlare (anche se poca roba… ma approfondiremo) della Gente Giusta e adesso tocca alla Gente Alternativa, alternativa anche a se stessa.
E’ un raccontino scritto un pò di tempo fa ma che vi ripropongo ora perché il filone che per il momento occupa la mia poco spaziosa testa è “Ideologie e stili di vita: influenze reciproche e nuovi percorsi di riflessione”
E’ un po’ lunghetto, l’ho già scremato e non so se proporvelo in più puntate o darvelo in una botta sola, bo...
In ogni caso, dato che ho fatto dei tagli importanti, vi necessitano delle coordinate per orientarvi.
Solo qualche inquadramento teorico:
Teresa è la pseudo me stessa che vive a milano (la voce narrante)
Eva, l’amica che mi ospita, ma in realtà è la pseduo me stessa che vive in una famiglia di alternativi a qualsiasi alternativa.
Gli altri personaggi sono tutti esistenti, ma non posso dirvi chi sono.
Ed ecco a voi: “L’alternativo alternato”

“Nooo, ma che fai…ma sei folle?” con uno sguardo scelto con cura all’interno della categoria “delusione: l’umanità non ha ancora capito che il mal di testa non va curato ma ascoltato perché sintomo di grandi disagi” si presenta a voi l’Alternativo (lo rincontreremo fra un po’)
Eva mi porta svelta a casa sua.
Mi si avvicina, quasi saltellando, sua mamma.
Mi abbraccia, mi bacia e mi ordina di darle del “tu”.
“Ma come è bello qui…” Ed è vero, è tutto bellissimo, l’aria calda ma non troppo, l’odore di basilico e rosmarino, un borghetto come sfondo…Uao.
Cammino accanto ad Eva che non sembra accorgersi del mio stupore/intorpidimento.
Un uomo dall’aspetto giovanile ma dall’età anagrafica sicuramente più antica dell’aspetto,si muove indifferente tra legna, macchinari strani e animali.
“E’ pronto, dai sedetevi, che vi stavamo aspettando già da mezz’ora”
Cerco una sedia, mi accovaccio e un certo disagio mi attanaglia la gola: 4 cani di ogni taglia sono sistemati sotto al tavolo a stretto contatto con le mie caviglie.
“Abbiamo fatto una bella parmigiana, con melanzane bio, le piadine messicane il tonno a carpaccio, e…..”
L’elenco è lungo e articolato e spesso riecheggia la parola “bio
Davanti a me si siede un ragazzo, credo sia un ragazzo, l’aria però non è propriamente da ragazzo; non mangia con la forchetta ma con uno strano attrezzo di legno, tiene le gambe incrociate sulla sedia e parla poco.
Accanto a lui il signore di prima dall’aspetto giovanile sembra interessato ad approfondire la natura degli ingredienti della parmigiana.
“Non mi sembra che siano bio”
“Ma si Enzo, ti ho detto che le ho comprate da salamita…”
Lui non si convince e con l’aria di chi la sa lunga allontana il piatto da se e lo sostituisce con uno pieno di carpaccio di tonno.
Il ragazzo seduto davanti a me (quello con le gambe incorciate) sembra gradire la scena e aggiunge:
“Le melanzane, anche se bio, sono sempre tossiche io non le mangio da 7 anni”
Non si smette mai di imparare….
“Allora Teresa, da dove vieni?”, mi chiede subito dopo
“Io sto a Milano, lavoro nell’ambiente pubblicitario”
Dico quanto sopra finendo di intossicarmi con l’ultimo morso di quella splendida parmigiana. Quando alzo lo sguardo per rispondere con il solito “Bhè, abbastanza, ma non è tutto rose e fiori” alla solita esclamazione “uao, bello lavorare in pubblicità..”, vedo che non è propriamente quella la reazione della platea.
Il ragazzo alternativo mi guarda pieno di compassione e scambiandosi uno sguardo di intesa con il signore giovanile mi sorride dispiaciuto.
“Sei venuta per riequilibrare le tue energie immagino…Milano ti uccide a poco a poco, tu a che livello sei??”
“Perché anche tu stai a Milano?” dico io.
“Io vivo per e con la natura, pensi che potrei vivere in mezzo all’accecante frenesia milanese?”
Non credo che abbia tutti i torti, però trattarmi come una malata terminale solo perché abito vicino al Po mi sembra un po’ eccessivo.
Eva mi guarda divertita.
“Scusa ma che ne sai di Milano se non ci sei mai stato?”
Non ci credo, sto per difendere Milano…..
“Io ho scelto di vivere nella campagna e di lavorare il meno possibile, curo la mia felicità, e qui non sono l’unico che ha preferito sacrificare il denaro alla felicità”
Non capisco dove vuole arrivare, prima mi scambia con una malata di chissà quale malattia incurabile dell’età post moderna e poi mi vuol far credere che lui ha scelto di non avere denaro perché felice di non averlo.
“Be qualcosa la dovrai pure mangiare…” cerco di argomentare io.
“In campagna non manca niente, c’è tutto quello di cui hai bisogno, mi dispiace dirtelo Teresa, ma si vede già dal colore della tua pelle che sei intossicata fino all’osso, te lo dico perché ti voglio aiutare, smettila di fare cose che non vuoi fare e la mattina ti vedrai piu bella allo specchio..”
La mia espressione è del tipo “l’avevo detto io che quel fondotinta dei cinesi mi faceva troppo pallida…” e infatti cosi rispondo:
“ma no che c’entra, quello è il fondotinta..l’ho comprato dai cinesi la scorsa settimana e quando te lo metti sembra perfetto, poi chissà perché, si ingiallisce ed effettivamente sa di ittero, ma non sono intossicata, te lo giuro…”
“Cosa mangi di solito?”
“Be ma che ne so, le solite cose, panini a pranzo…ma sono buonissimi, poi io non gli faccio mettere mai la maionese, lo so che queste cose fanno male. Certo, delle melanzane non sospettavo niente….ma adesso che lo so…”
Sembra ancora più preoccupato infatti:
“No poverina, davvero non hai idea di come ti stai distruggendo, ad esempio prendi medicine vero? Tipo…Antinfiammatori e cose del genere? Ricorda che i dolori vanno ascoltati non occultati”
“Be, raramente, una moment o un aulin, alternandoli, 1 volta ogni 15 giorni, tipo, non è tanto, la mia coinquilina esce la sera per comprarsi l’aulin, come io esco per comprarmi le sigarette, il nostro motto è : mai senza…”
Rido, mi sembra divertente….
Lui invece si alza dal tavolo, beve la sua tazza di orzo biologico si stende per terra guarda il cielo e fa versi strani, si sarà annoiato….
Ne approfitto per dileguarmi, inizio ad avere un leggero mal di testa…..Se non mi faccio notare forse potrei riuscire a stroncarlo subito con l’ultima moment che mi ritrovo nella borsetta.
Nel frattempo lui si è alzato e parla al cellulare….al cellulare???? Ma non lo sa che le radiazioni fanno male? Sarebbe bene informarlo del pericolo….Lo farò dopo, adesso il mio mal di testa sta diventando eccessivo, e io odio gli eccessi.
Cerco il bagno, ma ho paura che non ci sia, che per il bene della campagna si fa tutto all’aria aperta e cose del genere, in effetti non ho sentito neanche un rumore di sciacquoni da quando sono arrivata…Pazienza dovrò trovarmi un posticino appartato per drogarmi della mia ultima pasticca di nabuprofene (credo che sia questo…)
Con la scusa di fare un giretto per la campagna mi nascondo dietro un arancio dall’aria trascurata (insomma sta campagna la vogliamo curare o vogliamo sparare solo cazzate da mattina a sera…) e piena di sensi di colpa, mai avuti finora per questo genere di azioni, frugo nella borsa con impazienza come una vera tossica in preda a una crisi di astinenza…Ma….non può essere, non cè, non ce l ho…..Oddio, ma come posso sopravvivere, per chi non l’avesse capito, la coinquilina che va a comprarsi l’aulin la sera e la “me medesima”, che invece va a comprarsi le sigarette sono la stessa persona….Sono io….
Oddio si sta avvicinando quello li….ma che vuole….Ha in mano qualcosa…Si, sembra un blister, è un blister…Oh mio Dio grazie…
“forse è tuo, qui di sicuro non c’è nessuno che prende questa robaccia, tieni… E adesso BUTTALA!!!!, Dai che aspetti, forza liberati da questi surrogati di scienza….Liberati”
Afferro il mio blister, e come un tossico sfacciato si fa di fronte alla polizia io decido di nabuprofenizzarmi di fronte a lui…
Ma è scontro….Alla fine vince lui, e con la stessa espressione che vi ho descritto all’inizio della storia “delusione: l’umanità non ha ancora capito che il mal di testa non va curato ma ascoltato perché sintomo di grandi disagi” mi guarda vincitore, e con fare da missionario gira i tacchi sorridendo beato…
Un’altra creatura è salva”.

lunedì 26 marzo 2007

GENTE GIUSTA

L’altra sera mi è capitato (anzi ho fatto di tutto per farlo capitare, ahimè), di andare in uno di quei posti tanto in voga qui in città, per intenderci uno di quei posti dove incontri la “cente ciusta”(gente giusta), quelli che contano, quelli che fanno girare la moneta.
Per intenderci ancora ulteriormente, è uno di quei posti che non sai esattamente cosa ci vai a fare, se a bere, a chiacchierare, a fare l’aperitivo, a mangiare qualcosa, a cenare o a ballare o ancora un po di tutte queste cose insieme.
Conosci, dunque, solo il nome del posto, la via e l’orario in cui sarebbe bene presentarsi perché altrimenti…. (non si può più chiacchierare, fare l’aperitivo, mangiar,e cenare o tutte queste cose insieme, perché la gente è troppa e non ti fanno entrare).
Ci presentiamo li, io e un altro paio di persone, un altro altro paio di persone sono già dentro a fare qualcosa.
All’entrata rapisce la nostra attenzione un ragazzo di bella presenza, al quale invidio subito il volume dei suoi capelli…Sono fantasticamente cotonati e fonati, restano in aria nel modo giusto, ne troppo su ne troppo giu, non sono ne troppo lucidi ne troppo spenti, insomma un mix di accorgimenti che hanno reso la sua chioma come quelle delle parrucche in esposizione in quei negozi per l’appunto di parrucche, dove nessuno di noi è mai entrato, ma molti hanno sognato di farlo.
Lui ci guarda non con la stessa ammirazione.
“Avete il tavolo?”
“No” faccio secca io, ancora in preda al sogno di indossare la sua testa almeno per una notte.
“allora…..” dice lui e senza dolore inizia il duro esame.
Parte dai miei jeans poi sposta le sue ciglia folte e separate sulla gonna troppo corta della mia amica dopo ripassa scrupolosamente le sue pupille sul mio cappotto per poi finalmente posarsi sui gemelli del nostro uomo gancio ed è sulla cravatta firmata che il suo sguardo trova tutte le conferme delle quali era in cerca.
“Siete insieme?” dice all’uomo gancio, ignaro della sua funzione.
“Si, si si” starnazziamo noi.
Le porte ci si aprono ed eccoci nel gota della gente che conta.
Ci accoglie con affetto il sedere tarantolato di una finta trentenne (ne avrà avuto 40) che si dimena al tempo di “macho men”.
Il suo è un ballo tantrico, è evidente che la sua danza, come una “danza della pioggia” è propiziatrice, solo che la speranza, sta sera, è che possa piovere dal cielo non acqua ma qualcos’altro.
Ci avviciniamo al bancone, sperando di trovare conforto nel vecchio buon cocktail.
Parlottiamo tra noi, c’è la musica dal vivo.
Ordiniamo la prima cosa che ci viene in mente ma distratti dallo sforzo che facciamo per tentare di dialogare dimentichiamo quello che abbiamo ordinato.
Il cameriere ci guarda e dice qualcosa.
Bo, sembra una cifra, sembrano numeri.
Noi lo ignoriamo.
Lui continua a fare movimenti con la bocca sempre più chiari.
Si aiuta anche con le mani, fa con una mano un 5 con l’altra 1 = 6
“60 euro” (per3 cocktail)
Noi non parliamo più.
Nel frattempo il sedere tarantolato insieme alla sua faccia si avvicina al bancone correndo e gridando: “tony, mi fai tre wodka lemon?”
E se avessimo proprio ordinato quelli?
Tony ci guarda e noi guardiamo lui.
“tièni bella ce li ho già pronti….”
Meno male che insieme alla cente ciusta qualcuno sbagliato come noi si trova sempre.
Rimettiamo i nostri 20 euro nel portafoglio e andiamo a ballare.

venerdì 16 marzo 2007

Incendi

E occhi e singhiozzi e rossori notturni ingiustificati.
La sua bocca stenta a chiudersi e resta aperta come la saracinesca abbassata a metà di uno sporco negozio che spera di vendere ancora qualche birra al passante non del tutto sazio dall’alcol.
Lorena le fa ancora qualche domanda.
Anna pensa di risponderle, ma non lo fa.
Anna pensa di dirle la verità, ma non lo fa
E allora un’altra, l’ultima ennesima domanda.
E ancora la sue guance prendono fuoco, il colore è simile a quello del tramonto estivo che colora il loro cielo, lontano da li, nelle serate estive prima dell’ultimo bagno.
Lorena ha sete.
Qualcuno attorno ride di una battuta stupida.
Anna si unisce a loro, spegnendo in fretta quell’incendio divampato sul suo volto.
Lorena la segue.
Ridono.
Lorena ride perché ha visto quello che cercava da tempo e il suo sorriso è amaro come il culo di un cetriolo invecchiato.
Anna ride perché pensa di aver spento l’incendio in tempo, salvandosi la pelle, e il suo è un sorriso di quelli che ti si stampano in faccia dopo uno scampatopericolo.
Possono fare ancora finta di niente e lo fanno.
Lorena si gode questi momenti di consapevolezza solitaria.
Mangiano una pizza e dei supplì e devono una birra peroni da 66.
Lorena la guarda con dolcezza adesso, sa che sarà una delle ultime volte.
Anna le dice “ quando pensi di tornare?”
Lorena pensa di risponderle “quando avrò incendiato la mia vita” .
Le risponde invece “Fra meno di un mese, voglio venire a trovare Leo”.
Un’ altra persona a 500 km a nord da li adesso con un sorriso soddisfatto e orgoglioso mette in forno le lasagne che mangerà insieme a Lorena.
Prende il giubbotto Prada e scappa all’aeroporto, sperando che le lasgne in forno non si secchino.
Non so che insieme a lei arriverà una tempesta non annunciata.
Buon compleanno Lorena

martedì 27 febbraio 2007

A chi spera senza morire disperato

è mah è forse è quando tu voli rimbalzo dell'eco
è stare da soli
è conchiglia di vetro, è la luna e il falò
è il sonno e la morte è credere no
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te

Ivano Fossati: la Pioggia di Marzo

lunedì 19 febbraio 2007

Chi dice ma...

Giornata bella ma fredda.
Nella città dove vivo c’è sempre un “ma”, come una macchia di olio su un tessuto pregiato.
Vivace ma falsa
Moderna ma asfittica
Questa città cattiva, da bere con moderazione, dove spesso l’abito fa il bancario, è il fondale di una flotta di pensieri furiosi che senza via di fuga sguazzano scontrandosi l’un con l’altro, come pesci rossi in una vasca troppo piccola.
Pensieri pesanti, pesci obesi che trascinano il loro peso a fatica.
All’orizzonte una terra pianeggiante promessa dal buon senso comune.
Alle spalle le tinte forti di una terra senza “ma”, dove tutto è tagliato in due da una lama ben affilata.
La mia pancia adesso denuncia fame.
Il mio respiro adesso è strozzato.
La mia età fra un pò più di adesso suonerà come una minaccia.
A vent’anni il gioco d’azzardo non fa paura perché si ha il tempo di recuperare le giocate andate a male e io ho giocato.
A trenta non si punta più sul rosso o sul nero, ma si preferisce stare a cavallo, si preferisce vincere di meno per perdere di meno.
Forse mi sbaglio (e lo spero) ma forse no.
Qualcuno una volta mi disse “chi dice ma cuor contento non ha”, mi piacerebbe pensare che forse si sbagliava anche lui.
Chissà.
Buona settimana

venerdì 9 febbraio 2007

Pulizia

Ok, facciamo pulizia.
Buona giornata e buon fine settimana a tutti.
Meglio esserci lasciati che non esserci mai incontrati.


Ps: volevo lanciare questo post così, essenziale, asciutto, scolato, limato, senza descrizioni di personaggi bizzarri o di storie personali però….
Mi sembra triste, lo guardo e….Mi sembra ancora più triste.
Ero partita solo con “Ok, facciamo pulizia.
Buona giornata e buon fine settimana a tutti.”
Poi ho pensato: ma perché non chiudere con una delle frasi più strappareni della musica italiana, confermando la mia ritrovata ossessione per Faber (mi è bastato un invito gratis a una serata clichè “omaggio a de andrè” dove la santificazione sembrerebbe il passo successivo).
E così mi sembrava più completo.
Ricapitoliamo: inizio con un impegno dichiarato pubblicamente: “fare pulizia” che si presta a diverse interpretazioni, secondo me tutte giuste.
Proseguo con un educato auspicio di benessere sia nel tempo più prossimo (buona giornata) sia in un tempo prossimo ma un po’ più futuro, il così detto “futuro prossimo” (il fine settimana), e questo non fa mai male, anzi, fa piacere quasi sempre a tutti.
Concludo con un epitaffio d’amore colorato di raffinata speranza che non cede alla malinconia (ho messo insieme un po di luoghi comuni in questa ultima frase, ma mi sembra che il risultato sia quasi verosimile).
E adesso?
Viva l’Italia viva Berlusconi.
(Richiudo con una ironica spolverata politica.)
Paz hai visto che ti è bastato solo mezzo foglio A4 oggi?
Baci a iosa per tutti.

lunedì 29 gennaio 2007

BUSCANDO CASA

Già da qualche tempo io e il mio frequentante ci divertiamo a polverizzare le sicurezze degli agenti tecnocasa.
Siamo diventati dei sapienti osservatori e riusciamo a individuare al volo un bravo tecnouomo da un povero dilettante.
Il primo ti accoglie all’apparenza con garbo e raffinatezza, ti stringe con virilità la mano assecondando la regola numero uno del manuale del perfetto tecnouomo* mentre gli effluvi del suo macico dopobarba lavorano per lui (regola numero due)* .
Dopo averti diligentemente stordito i sensi, adesso prova a lavorare sul crollo della tua identità di poveraccio, o comunque tende a sballottolartela un po’.
Infatti, come da regola n° tre*, continua a darti del lei anche se gli hai gia dato una pacca sulle spalle ricordandogli che giocavate insieme a calcio e che sua mamma è cugina di secondo grado dell’amante di tuo padre ecc… Lui non può scendere al “tu” perchè ti farebbe sentire un vero poveraccio, uno che non c’ha neanche i soldi pe “chiagnere”, al contrario ti deve far sentire uno/a che c’ha proprio bisogno di investire i soldi che non c ha, uno che conta, uno che con i suoi futuri 35 metri quadri potrà crearsi una famiglia, un nido d’amore e di successi.
Lui, il tecnouomo di esperienza, è a suo agio con quella cravatta che altro non è che il prolungamento della sua lunga lingua.
Quella cravatta dal grosso nodo che si dondola appena fin sopra l’ombelico, portata con così tanta disinvoltura, è il simbolo del proprio status acquisito, si, è l’inconfondibile caratteristica del tecnouomo eperto, che si differenzia dal principiante, il quale, invece, lotta ogni giorno con quella sensazione di strangolamento, unita allo stordimento fisico dell’autoinalazione del proprio lacrimogeno da toiletta (il dopobarba di cui sopra).
Dopo essere usciti dal loculo per topi moribondi, ti scambi uno sguardo di intesa con il tuo futuro coinquilino e con voce informale chiedi “Bene e da quanto parte l’offerta?”……
E questo è in assoluto il momento più esilarante della commedia, lui prima di risponderti accarezza il nodo della sua grossa cravatta a lungo per creare il giusto attimo di suspance e poi con fare da cabarettista consumato ti fa “Signori è un vero affare, compreso i letti a castello, il posto bicicletta e questa bella veduta, solo 350 mila” .
Tu ti guardi intorno, anzi…..Prima ridi di gusto, poi ti guardi intorno…. Ti aspetti qualcuno che sbuchi dal nulla con, tra le mani, un cartello giallo con una scritta rossa che recita: “Sei su scherzi a parte” e poi giu tutti a ridere e ad abbracciarsi, soddisfatti per la riuscita dello scherzo.
Poi però rifletti che non sei famoso e che al massimo poi stare su candid camera e che in verità non è proprio questo gran bello scherzo….. far finta che il loculo costi 5,500 mila euro al metro quadro…..Scusa ma chi ci crederebbe? Ragazzi, cambiate autori…..
E no, miei cari, a quel dannato punto capisci che è la decima regola del buon tecnouomo ad essere protagonista della scena:
Devi assolutamente comunicare il prezzo di vendita come se fosse sempre e comunque l’ affare della sua vita e se tu fossi al suo posto l’affare anche della tua vita, non ridere mai e poi mai dopo aver comunicato il prezzo, mai, anche se questo potrebbe far molto ridere e non permettere che il cliente possa concentrarsi in operazioni algebriche, come ad esempio le divisioni: non deve mai arrivare a capire quanto costa ala metro quadro la truffa che gli hai legalmente proposto, per far questo se non dovesse bastare la dose di dopobarba giornaliera, consigliamo vivamente di spruzzarlo direttamente sugli occhi del cliente fingendo che vi sia scappato di mano.
E qualche minuto prima che questo accade vi conviene scappare via velocemente, può nuocere gravemente alla salute.


Note a piè di pagina (gli asterischi che avete visto in giro si riferiscono a questa lista)
Regola n°1: La stretta deve essere energica ma non violenta, ti deve rappresentare, devi far vedere che hai la situazione in pugno, che sei affidabile e sicuro di te e di quello che vendi
Regola n°2: fai in modo che gli effetti del dopobarba si facciano sentire almeno cinque minuti prima di entrare nell’appartamento, stordiscili il tempo necessario per non avere un ricordo nitido delle tubature in bella vista o di quei 4 metri quadri con altrattanti letti a castello che gli venderai come “comoda e spaziosa zona notturna”.
Regola n°3: NON DEVE MAI ACCADERE che ti rivolgi al tuo interlocutore dandogli del tu, il tuo cliente deve avere l’impressione di essere un pezzo da novanta, uno che nella vita ha successo e che se non ce l’ha al momento, sicuramente ce l’avrà fra qualche anno. Lui è meglio di te, lui si merita l’appartamento e avrà il denaro per comprarlo, tu sei solo il suo umile servitore. Se è mionirenne chiamarlo “signorino”.

lunedì 22 gennaio 2007

TOLLERANZA ZERO

Ragazzi miei, oggi non sopporto proprio niente e nessuno,forse non proprio niente e nessuno, ma sicuramente molte cose, con vari gradi di sopportabilità.
Non sopporto in assoluto:
La voce di chi sciorina il suo tedesco superfluente al telefono come se fosse pioggia d’aprile e che a fine telefonata ti dice pure “eh si…Però…l’ho un po’ perso sai…. una lingua quando non la pratichi…”

La faccia di chi si sforza di sorridere a tutti e a tutto o che magari ride anche di gusto a una tua battuta, e poi ti chiede ” Ma che hai detto? Non ho sentito…”.

L’espressione di chi ti guarda dall’alto in basso soffermandosi qua e là sui tuoi punti critici e che poi, quando incrocia il tuo sguardo, ti chiede velocemente, abbassando il suo: “ma sono nuovi questi pantaloni?...” quando invece gli è mancato il coraggio di chiederti “Ma sei ingrassata di 1 kilo o di uno e mezzo, perché con questi pantaloni larghi, non si capisce granchè”

Le parole:

1)Fantastico a seguire di un semplice “Ci vediamo il 24 febbraio?” invece che d’accordo.

2)Feedback al posto di risposta.

3)By definition al posto di "da paura" per di più se si parla di taralli, in un accento che sa di mare e orecchiette, a titolo di esempio:
A: “Ieri ho portato dei taralli al finocchietto….”
B: “Eh si….sono buoni by definition
PS: Il tutto va letto stringendo bene bene le vocali, soprattutto le “o” e moderatamente le “e”.

Adesso devo lavorare, ma ce ne sono tante altre di cose, frasi, facce e voci che non sopporto, ve ne darò testimonianza nei giorni a venire.
Mi trovate intollerante By definition?

Baci da Macia

martedì 16 gennaio 2007

Forte Forte

Allora, ma lo vogliamo salutare o no il nostro benemerito editore?
Senza di lui nessuno di noi avrebbe la possibilità di diffondere pubblicamente le cazzate che ci passano giornalmente per la testa (parlo soprattutto per me….) o perlomeno di farlo in modo cosi sistematico e ordinato.
Senza di lui non avremmo avuto la possibilità di citare, con attento stupore degli eventuali commensali o anche semplici uditori occasionali “camminare da soli non è cosa da tutti” o ancora meglio stupire le platee con un “Termini, si…a proposito di Termini: obliterasti cuore e biglietto”.
Caro Londi, a te che adesso stai a due passi dalle tre famose mense e ti ciucci l’aria climatizzata dei posti pubblici, non uno sputo sul viso ma un abbraccio forte forte.
Ci manchi.
Torna prima che puoi.

Sottoscrizione obbligatoria

sabato 6 gennaio 2007

Grazie

L’ennesima valigia sul letto pronta per essere imbavagliata e trasportata in un “non luogo” da cui parte già da qualche anno la mia vita.
Un po di nostalgia annunciata si fa strada lungo il mio sterno.
Il sapore delle mie spezie e dei miei spazi, della mia vita, quella vera, lontana da qua, se la combatte con la sensazione calda e dopante della conoscenza, di un passato immobile pronto a sfidare in qualsiasi istante un presente meno accogliente.
Le mie mani cercano pezzi di questo passato che possano restituire un po’ di calore a quel pesente che fra meno di 24 ore prenderà a calci questa rassicurante noia paesana.
Essere se stessi senza una rete parentale che possa attudire le tue cadute non è cosa da tutti.
Essere non figlia, non sorella, non mamma (a trent’anni, ce lo si chiede) essere solo se stessi, non è facile.
Giovanna mi ha appena mentito al telefono dicendomi che passerà a salutarmi,so che non lo farà, non per cattiveria, ma solo per una sua totale incapacità a calcolare in sessantesimi lo scorrere delle ore (in realtà, non è l’unica qui)
L’altra amica quella bionda, doveva venire ieri sera a stringermi prima dell’estate, ma un progetto matrimoniale messo in piedi in fretta e furia l’ha bloccata con colui che ha scelto promesso padre della sua prole (chissà se riuscirà a convincerlo, povero Guido, credo davvero che non hai scampo…)
Monica, ieri, confusa dall’alcol a buon prezzo, mi ha salutato dimostrando il suo dispiacere senza esitazioni, ma so che la rivedrò presto.
Dedico a voi questo post, a voi che avete scelto di respirare questo vento di levante, di invecchiare con la salsedine agli angoli della bocca.
Siete la mia funiva con il passato.
A voi che conservate le mie radici in un barattolo di vetro, così che possa sempre vederle da vicino per non perderle di vista mai, Grazie.