martedì 8 aprile 2008

La storia siamo noi

I più colti li chiamano nordafricani, denotando le proprie capacità logico spaziali, i meno eruditi si limitano ad appellarli extracomunitari, caricando un semplice sostantivo di significati oscuri e sinistri, al sud, invece, è con il termine marocchino che si fa di tutta un erba un fascio: Marocchino = dalla pelle scura (ovviamente ci ricadono nel mucchio anche quelli troppo abbronzati, praticamente metà della popolazione)
Qualunque sia il sostantivo/aggettivo utilizzato, ormai siamo tutti liberi di poter esclamare “O mio Dio che paura…. non posso più uscire da casa, con tutti quegli extracuminatari in giro!!! Io non sono razzista, non è che…. Ci sono quelli onesti che…Ma…”
Insomma è sempre più comune sentire frasi di questo tipo che fanno da apripista a discorsi sul tema dalla durata variabile.
Si, mi è capitato per ben 3 volte nel giro di due giorni:
La prima volta alla prova di un corso di inglese, voi direte, ma pure al corso di inglese…
Si.
Prima si parlava di Milano, cosi genericamente, poi una ragazza siciliana ha iniziato a decantare le lodi della Sicilia: cibo (cannoli, melanzane e cassata, mare (con gli scogli e senza scogli) per chiudere sugli immancabili “profumi e colori” che hanno trovato tutti d’accordo.
Dopo di che le hanno chiesto dove abitava ed ecco che si è acceso il dibattito.
Abitava in una zona di Milano dove ormai da qualche tempo “non si puo piu uscire di casa, io mi faccio venire a prendere e a portare, non sia mai che…” A questo punto, una signora di Milano traduceva mentalmente il suo “si….Che schifo…Sono davvero un pericolo” con un più elegante “ In effetti la situazione sta degenerando, si deve trovare un modo corretto di fare selezione”.

Perché ovviamente l’Italia non vuole buttare via dal proprio territorio quelli pagati a cottimo nei campi di pomodoro, le badanti che un domani andranno a pulirgli il culo, le domestiche indiane tanto brave a stirare le camicie dei mariti, insomma tutti quelli che mettono una pezza alla nostra disgregazione sociale, ammortizzando il colpo di una società incapace di essere veramente moderna e di rinunciare, senza nostalgiche virate, alla tradizione italica in favore di un sana emancipazione dalla chiesa e dalla famiglia.
Non è capace.

Secondo episodio e direi ultimo.
A pranzo una mia cara amica ha tirato fuori la solita storia, raccontando di quando delle orde di arabi (valenza etnografica, sta volta) l’hanno perseguitata con lo sguardo fin alla porta di casa sua.
E io ci credo, signori, mica non ci credo, o non sono d’accordo con lei, avrei avuto paura anch io, però non riuscirei mai a dirlo senza sensi di colpa.
Mi sentirei in colpa a fomentare altri insicuri a dire lo loro sulla situazione INVIVIBILE in cui siamo costretti a vivere e poi perché credo, come già cantava De Gregori che sono gli altri a farti sentire insicura per convincerti a rimanere chiuso in casa quando viene la sera per uscire solo a votare chi ti garantisce che la sicurezza è al centro del suo programma elettorale.
Come i pubblicitari, loro lavorano sui bisogni, i politici sull’insicurezza, lo so non dico nulla di nuovo, infatti mi fermo, ma prima eccovi la canzone di cui vi parlavo:

E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.

6 commenti:

SHORK ha detto...

aggiungo solo

Proprio sul filo della frontiera
il commissario ci fa fermare
su quella barca troppo piena
non ci potrà più rimandare
su quella barca troppo piena
non ci possiamo ritornare.

E sì che l'Italia sembrava un sogno
steso per lungo ad asciugare
sembrava una donna fin troppo bella
che stesse lì per farsi amare
sembrava a tutti fin troppo bello
che stesse lì a farsi toccare.

E noi cambiavamo molto in fretta
il nostro sogno in illusione
incoraggiati dalla bellezza
vista per televisione
disorientati dalla miseria
e da un po' di televisione.

Pane e coraggio ci vogliono ancora
che questo mondo non è cambiato
pane e coraggio ci vogliono ancora
sembra che il tempo non sia passato
pane e coraggio commissario
che c'hai il cappello per comandare
pane e fortuna moglie mia
che reggi l'ombrello per riparare.

Per riparare questi figli
dalle ondate del buio mare
e le figlie dagli sguardi
che dovranno sopportare
e le figlie dagli oltraggi
che dovranno sopportare.

Nina ci vogliono scarpe buone
e gambe belle Lucia
Nina ci vogliono scarpe buone
pane e fortuna e così sia
ma soprattutto ci vuole coraggio
a trascinare le nostre suole
da una terra che ci odia
ad un'altra che non ci vuole.

Proprio sul filo della frontiera
commissario ci fai fermare
ma su quella barca troppo piena
non ci potrai più rimandare
su quella barca troppo piena
non ci potremo mai più ritornare.

Anonimo ha detto...

perchè non chiamarli "di colore", "Neri" o stranieri se non sono africani? C'è addirittura ch in certi ambienti li chiama negri cercando di essere politicamente scorretto.
In ogni caso hai ragione macia: la paura serpeggia e diventa panico incontrollato.
Quindi voglio anche io fare una citazione con una canzone che in realtà si riferisce ad altro...
"E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti",

che se dalle elezioni dovesse uscire vincente il Berlusca continuerebbe così:
"E se credente ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti".
erre

Anonimo ha detto...

grazie erre, meno male che ci sono le canzoni a dire la verità...
Macia

Anonimo ha detto...

Non c'è da sorprendersi come tu fai, se il Nord da tutti questi voti alla Lega che fa della xenofobia e della paura dell'altro uno dei suoi cavalli di battaglia. Sarei curioso di avere una spiegazione da qualcuno che ci vive sui perchè...sapete aiutarmi.
A me sembra logicamente assurdo (anche se qualche spiegazione me la do) che il nord produttivo - europeo - moderno - della moda - della borsa - innovativo - dell'expo - dell'aperitivo poi voti, un partito con le camicie verdi - la guardia padana - miss padania - pontida e il suo giuramento - l'ampolletta di acqua marcia del Po - i ritrovi con la polenta ecc ecc
zec

Anonimo ha detto...

ti aspettavo....
Macia

Anonimo ha detto...

Reclamasi ungertemente nuovo post di macia
Che è la situazione politico-economica-sociale ti ha steso o è stato il ponte
un saluto
zuccheroecafè