L’ennesima valigia sul letto pronta per essere imbavagliata e trasportata in un “non luogo” da cui parte già da qualche anno la mia vita.
Un po di nostalgia annunciata si fa strada lungo il mio sterno.
Il sapore delle mie spezie e dei miei spazi, della mia vita, quella vera, lontana da qua, se la combatte con la sensazione calda e dopante della conoscenza, di un passato immobile pronto a sfidare in qualsiasi istante un presente meno accogliente.
Le mie mani cercano pezzi di questo passato che possano restituire un po’ di calore a quel pesente che fra meno di 24 ore prenderà a calci questa rassicurante noia paesana.
Essere se stessi senza una rete parentale che possa attudire le tue cadute non è cosa da tutti.
Essere non figlia, non sorella, non mamma (a trent’anni, ce lo si chiede) essere solo se stessi, non è facile.
Giovanna mi ha appena mentito al telefono dicendomi che passerà a salutarmi,so che non lo farà, non per cattiveria, ma solo per una sua totale incapacità a calcolare in sessantesimi lo scorrere delle ore (in realtà, non è l’unica qui)
L’altra amica quella bionda, doveva venire ieri sera a stringermi prima dell’estate, ma un progetto matrimoniale messo in piedi in fretta e furia l’ha bloccata con colui che ha scelto promesso padre della sua prole (chissà se riuscirà a convincerlo, povero Guido, credo davvero che non hai scampo…)
Monica, ieri, confusa dall’alcol a buon prezzo, mi ha salutato dimostrando il suo dispiacere senza esitazioni, ma so che la rivedrò presto.
Dedico a voi questo post, a voi che avete scelto di respirare questo vento di levante, di invecchiare con la salsedine agli angoli della bocca.
Siete la mia funiva con il passato.
A voi che conservate le mie radici in un barattolo di vetro, così che possa sempre vederle da vicino per non perderle di vista mai, Grazie.
11 commenti:
mannaggia, sono sempre io: ciccio presente.
non so se è la stessa sensazione. io avvertivo questo sentimento di distacco quando il treno lecce-roma abbandonava la stazione. qualche lacrima scendeva in quei momenti. poi mi facevo forza e mi incidevo addosso delle promesse.
eh, siamo tutti delle vittime. vittime di una società che ci impone di fare delle scelte. ma è una fortuna, allo stesso tempo, avere la possibilità di poterle fare.
...
anche io ho un barattolo dove conservo la mia essenza. vero direttore? :-)
ciao, savio
lo diceva anche julio iglesias
"la valigia sul letto è quella di un lungo viagio"
ciao frixo, e infatti canticchiavo questa canzone mentre scrivevo, c hai visto giusto.
Per te Ciccio invece:
é vero siamo vittime di una società che ci vuole migranti, e noi siamo meravigliosamente adattabili ai cambiamenti imposti, pensando che siamo noi a deciderli e invece: naaaaaaaa, non siamo noi.
Però mi piace gironzolare qua e la, lo devo dire.
Ora come ho già avuto modo di dire nella stanza del padrone del blog, me ne vado a casa mia perchè ho la febbre....Che bello domani brodino, beautiful e tachipirina...Olè
A proposito ultima cosa:
che è la storia dell'essenza? Ciao a presto.
Brava Macia, il tuo blog ha dato un'impronta qualitativa notevole a P9... ci voleva! Giusto due consigli spassionati:
1) lascia perdere la storia dell'essenza
2) alcuni di quelli che postano qui non sono affatto seni di mente (me compreso) quindi, se fossi in te, eviterei di esultare dopo aver fatto riferimento alla tachipirina , sopratrtutto se non hai specificato se si tratta di pillole o supposte.
a presto
Emme
buon dì,
concordo con Emme.
un saluto essenziale
concordo con julio
Ciao raga (saluto alla romana)
grazie per i consigli, li conserverò insieme alle essenze.
Sono di nuovo a lavoro e vi devo raccontare tante cose, magari più tardi però.
Devo fare un sacco di cose.
Ciao M:C:
rispondo solo ora perchè non ho il pc.
spero di tornare quanto prima
per ristabilire con te le dovute quote rosa.
a presto.
èlia
ciao macia..
mi scuso UFFICIALMENTE per il mio comportamento. ma sai, quanto penso qualcosa OSO DIRE. in futuro cercherò di calibrare meglio i miei interventi. senza sottoscrizioni, però.. :-)
savio
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