martedì 23 giugno 2009

Colore igniù

Le ciliegie erano ormai appasite nell'ultimo ripiano del frigorifero ma nonostante questo, con decisione, allungò la mano, le liberò dalla loro vaschetta di plastica, le lavò, scartò quelle già ammuffite e si infilò tra le labbra quelle non da buttare.
Erano dolcissime, quasi appassite.
Al dolce preferiva il salato o l'agro, ma le mandò giù lo stesso.
Spesso le capitava di mangiare una cosa non perchè le piaceva davvero, piuttosto per l'effetto che quel determinaato cibo faceva su e dentro di lei.
Così per le ciliegie.
Le cilegie la facevano piombare nelle sue primavere in campagna, quando attaccata all'unico albero che riusciva a dare i frutti provava a prendere quelle più in alto per dimostrare ad amici e parenti che non è vero che non ci si poteva arrivare, bastava volerlo.

Questo ricordo la fece sorridere e pensò che ancora adesso la sua sfida principale era dimostrare che le cose potevano accadere anche se, all'apparenza, si trovano troppo in alto per essere viste.

Dell'ultima ciliegia ne conservò il nocciolo che le piaceva passarsi tra i denti, stringerlo fino a spezzarlo, fermandosi un attimo prima di farlo.

Si chiuse la luce alle spalle insieme alla porta della cucina e passò di là, cercò la sua forma sul divano e come un gatto vi si acciambellò.

L'estate aveva definitivamente spazzato via dai palinsesti televisivi quel briciolo di dignità che a fatica durante l'inverno si riesce a scovare, così passava annoiata e distratta da un canale all'altro, trovando pace, come una farfalla stanca,su quark.

Quark parlva degli ingniù, che seguono l'odore della terrà bagnata per cercare i pascoli nuovi da divorare, mandrie di mille esemplari che vanno verso la stessa direzione, verso la loro missione senza chiedersi perchè e questo gli basta per sentirsi società.

Pensò che il colore dell'igniù era molto simile al colore del vestito che rincorreva da qualche settimana, in attesa del saldo giusto, e pensò anche che per descriverlo alle amiche avrebbe potuto usare l'espressione "colore igniù", ma si rese subito conto che non era poi cosi efficace per dare l'idea di quel meraviglioso involucro di seta dentro il quale voleva presentarsi al matrimonio della sua amica.

Amnche gli amici la facevano riflettere.

Pensò che da qualche tempo non riusciva a ridere con loro come prima, non riusciva a non interromperli mentre parlavano, non riusciva più a divertirsi con loro, ma sapeva anche che era colpa sua.

Si lavò i denti e penso che forse era meglio approfittare dell'insolito vento fresco prendendo confidenza con il letto nell'altra stanza, che più di una volta l'aveva tenuta sveglia con le scuse più varie.

Spense la tv con disgusto, un igniù stava per essere ucciso senza pietà,probabilmente era il più debole della mandria ma non si preoccupò di approfondirne la causa, spense e basta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

che devi essere carina...
H.C.