venerdì 11 maggio 2007

W l'Italia

Oggi mi improvviso assistente di Aldo Grasso.

“Macia, il pezzo su quella specie di programma…Ma si…quello sulle orge: suocere, prostitute e impotenti…Si hai capito, dai… fallo tu, poi firmalo a mio nome, io devo andare a farmi la pedicure, ho dei piedi osceni…E sta sera c’ho la grigliata da Raffaella e sai come va a finire…Tutti in piscina!!! E non mi posso certo presentare con lo smalto di una settimana fa.. ”.

“Ok Aldo, vai pure…tranquillo per lo smalto: rosso cardinale, il n°45, come quello che hai messo la sera dell’idromassaggio in giardino a casa di Pippo”.
“Franco?”
“No, Baudo…”.


La Sposa perfetta

Di reality feccia ne avevamo già visti abbastanza, pieni zeppi di situazioni verosimili al limite della decenza e della ragionevole lucidità riconosciuta al tanto citato “spettatore medio”.
Ma la “Sposa perfetta”, reality assorbito dalla Turchia (che non sappiamo se volgiamo nell’unione europea, ma non abbiamo il minimo dubbio quando si tratta di acquistarne la sua spazzutara mediatica…) è davvero il peggio che potevamo aspettarci e la cosa ancora più malvagia è che, molto probabilmente, ben rappresenta la reale situazione familiare italiana.

Questo clichè miediatico cade proprio a fagiolo: in un “oggi” in cui siamo tutti affannati a precisare la natura antropologica, sociologica e psicologica, della tanto auspicata “FAMIGLIA NATURALE” che tendiamo a far coincidere con la “FAMIGLIA PERFETTA” che non può esser tale se non fondata sulla “SPOSA PERFETTA”.

Già dalla prima puntata qualcosa di inquietante, di orrpilante, di osceno (oserei dire) incominciava a delinearsi.

La mamma ben acconciata, con gli occhi pieni di orgoglio e antirughe, accompagna trionfante il figlio maschio che per cercare una moglie degna della prole che verrà, è costretto a recarsi a Rai 2, perché in giro, per strada, si incontrano troppe cattive ragazze.

Il Figlio tardone, bruciato dalle lampade, stanco di tutte queste donne senza valori e senza vestiti, è un ottimo prototipo del maschio made in Italy, il prodotto più esportato all’estero: latino, mammone, inetto a una vita da adulto, arrapato e compiaciuto.

Passiamo alle aspiranti mogli.
Età media 25.

Sfilano con sicurezza consumata questi aspiranti angeli del focolare.
E con sicurezza consumata mentono spassiuntamente.
Mentono sorridendo con gli occhi e con le scollature solo appena accennate per non turbare gli animi delle suocere che devono decidere le sorti del loro focolare mediatico.

L’imbarazzo più imbarazzante si è avuto quando, ad esporre i buoni propositi sulla creazione di una famiglia perfetta, naturale e fondata sul matrimonio, è stata una ragazza di colore.

Le suocere, senza il minimo indugio, e senza parafrasando non l’hanno voluta.
L’hanno spedita a casa, perché la “sposa pefetta” deve essere bionda con gli occhi azzurri, diplomata, accollata e più finta possibile.

Non l’hanno voluta perché “negra”.
E nessuno ha detto niente.
Hanno legittimato la forma più riprovevole di ignoranza, l’hanno messa in tv, avallata da conduttori, autori e ospiti in studio.

Le innumerevoli madri, pilastri delle famiglie naturali italiane, applaudendo comodamente da casa propria davanti a tanta volgarità culturale, avranno detto “tiè hai visto??? Pure quella la l’ha detto….Io pure nun ce lo voglio nu nipote negro…Per carità!!”

Ecco il gioco è fatto.
E’ passato in televisione e quindi è sdoganato.
Il razzismo non è più motivo di vergogna.
Si sono razzista, che ci fa, se posso scegliere il colore del mio smalto non capisco perché non posso scegliere il colore delle pelle di qualcun altro…Questione di gusti.

L’Italia si merita questa famiglia, al massimo macchiata del rosso sangue dell’intolleranza umana.


Aldo Grasso

6 commenti:

Anonimo ha detto...

non ho visto questo nuovo reality. e non lo voglio vedere.
detto da una scanzonata spettatrice di programmi del genere, è preoccupante.
sono sconcertata, senza parole.
penso che non sia sempre così, ma spesso ognuno ha il partner che si merita. di frequente incontro ragazzi che dicono di apprezzare una donzella sagace, brillante...dopo un po', non li senti più. che pena, che pena.
menomale che non si trattava di aspiranti fidanzati.
cara macia, che dirti, maschi e femmine, abbiamo fatto una brutta fine. donne (che parolone) troppo aggressive, uomini (che parolone) troppo deboli, due sfaccettature di una grossa pigrizia mentale ed emotiva.
diciamo di volere persone che usino il cervello. e se non fossimo in grado di reggere il confronto?
cari maschietti, le ragazze di oggi sono oche e superficiali, giocano a palla con il vostro curicino e pensate che meritino solo "i belli e bastardi (scusate il francesismo)"? bene. avete finito di autocommiserarvi? non è forse il prototipo di fidanzata (che parolone. troppo impegnativo. e chi la vuole la fidanzata? è più figo una botta e via!)che volete?
macia, ti dispiace se prendo spunto dal tuo post per scrivere il mio? sei troppo una grande.
baci

Anonimo ha detto...

Cara mia,
fai pure, ne sarei contenta, il tuo contributo ai temi che lancio è sicuramente ben gradito da tutti.
Sono stufa voglio andare a casa.

Macia Chini ha detto...

Mammamia...Mi sono accorta che avevo fatto un errorone di grammatica, speriamo che non se ne sia accorto nessuno....
Tanto l' ho già corretto.
Chiedo venia (solo a chi l'ha visto).

Anonimo ha detto...

eh, eh...l'avevo visto!
fatti due risate sgamando i miei, di errori. ti assicuro che riderai parecchio!

Anonimo ha detto...

ciao tesoro, ma dove sei? si lavora troppo?
ti mando un saluto, fatti viva

Anonimo ha detto...

ehi macia.
ho letto la tua richiesta di aiuto.
vediamo.
per visitare i luoghi occorre un'auto. non si può farne a meno.
la soluzione di lecce non è cattiva; in mezz'ora sei in acqua; di notte lecce è splendida.
dipende che cosa vuoi fare. se vuoi stare tutto il giorno al mare, o se vuoi visitare l'entroterra.
ci penso e ti suggerisco in poco tempo qualche soluzione.
ciao, savio